Comunicazione (è) Politica

Arrivederci, 2019: comunicazione politica, flop e colpacci

31/12/2019

Arrivederci, 2019: comunicazione politica, flop e colpacci

Arrivederci, 2019! L’anno che va a chiudersi segna la fine del secondo decennio del XXI secolo.

Immancabile, a questo punto, una sorta di resa dei conti che riguarda le mosse dei nostri politici. Una specie di “top&flop” della Comunicazione politica.

Per vedere chi potrà dire “arrivederci, 2019” e chi, al contrario, urlerà “a mai più rivederci, 2019”.

Ciascun tema vede al proprio fianco il pezzo di riferimento sul nostro portale.

Partiamo con i quattro colpacci.

  1. Il presidente del Consiglio che cambia linguaggio, occupa un vuoto (qui), silenzia la sua maggioranza e si prende la scena (qui): da avvocato del popolo a presidente del Consiglio scelto dalle forze politiche di maggioranza.
  2. La Meloni e la scalata dei patrioti. Dal 4 per cento di gennaio al 10 di dicembre. Una salita costante, continua e sempre più contagiosa, quella di Fratelli d’Italia. Atreju (qui e qui) è la svolta definitiva: un patriottismo moderno e tradizionale allo stesso tempo, declinato con canoni comunicativi fruibili.
  3. Il Matteo Salvini comiziante, quasi strillone (qui). Additato sempre come il prodotto di un utilizzo borderline dei media digitali, il segretario della Lega dimostra la sua voglia di contatto con le persone. In vista delle elezioni in Umbria, tiene 53 comizi, contro gli 11 di Zingaretti e gli 8 di Di Maio. E stravince anche per questo.
  4. Le Sardine dal nulla (qui). Piazza Maggiore, a Bologna, quel 14 novembre, è un’immagine del tutto inattesa. Frutto di un utilizzo sapiente dei social: temi azzeccati, parole d’ordine giuste e obiettivi mirati.
comunicazione politica
Sempre più centrale il ruolo della Comunicazione politica

Ecco invece, i quattro scivoloni più clamorosi e il vincitore.

  1. I parlamentari sulla Sea Watch (qui). Che scivolone per Delrio, Orfini, Magi, Farane e Fratoianni. All in sulla futura star Carola Rackete, non una parola sul pericolo corso dalla motovedetta della Gdf. Chi gli crederà quando, da qui a qualche anno, diranno mezza parola sul rispetto per le divise?
  2. Il mojito al Papeete (qui). Una buccia di banana grossa quanto una casa. Eppure, lo scafato Matteo Salvini ci scivola sopra che è una bellezza (qui). Non vogliamo scomodare Moro e le strumentali immagini in giacca e cravatta in spiaggia. Ma anche i suoi più accesi sostenitori devono ammettere che non è il massimo vedere un vicepremier e ministro in consolle e in costume, cocktail in mano. Senza considerare quanto gli sia costata in seguito una simile concessione alla “normalità”.
  3. Mai col partito di Bibbiano. E poi, Giggino, sappiamo com’è finita (dopo un mese e pochi giorni). Molti elettori del M5S lo hanno abbandonato proprio per questo. Non una grande mossa comunicativa.
  4. La foto di Narni. “Una foto è un istante fermato nel tempo”. L’immagine scattata nella cittadina umbra è l’immagine dell’imbarazzo, del disagio, dell’ansia: chiedere a un esperto del linguaggio del corpo per credere. Sembra il frutto di un’accozzaglia estemporanea di cittadini che non si conoscono, piuttosto che uno scatto istituzionale tra alleati.

MA ATTENZIONE! ABBIAMO UN VINCITORE! Si tratta di Elisabetta Trenta. Dall’intervista al Messaggero dopo la mancata conferma nel Conte 2 alla vicenda dell’appartamento. Una “comunicazione” che non facciamo fatica a bollare come semplicemente ridicola.

Ecco, il condensato tra questi due elementi (qui) la erge a “top del flop del 2019”.


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