Comunicazione (è) Politica

Draghi e la comunicazione istituzionale: cambio di passo

16/02/2021

Draghi e la comunicazione istituzionale: cambio di passo

Draghi e la comunicazione istituzionale, l’esordio sembra ok.

“Per ora non abbiamo niente da comunicare, perciò non comunichiamo niente. É il messaggio che ha voluto lanciare nella prima riunione del Cdm. Ha cioè indicato la via ai suoi ministri, che nel frattempo stanno formando i relativi staff. Si tratta, è evidente, di una grande novità nel panorama politico (italiano e forse non solo).

In questi giorni di consultazioni, consultazioni bis, totoministri e squadra di governo, c’è un vero unicum. Draghi ha agito in assenza di un portavoce personale, una figura che dunque filtrasse le notizie, facendo passare quello che voleva far passare. A tutt’oggi, mentre scrivo, ha nominato il suo Capo di Gabinetto, Antonio Funiciello, ma non ancora il suo portavoce.

Per le informazioni ufficiali, il presidente del Consiglio (allora solo incaricato) si è affidato al Capo della Comunicazione della Camera dei Deputati, quel Moreno Marinozzi che già a Sky Tg24 aveva dato prova di professionalità e serietà. E difatti, da lì non è uscito niente. Non è partita alcuna velina, zero spifferi. Alcuni giornali si sono spinti ad attribuire a Draghi dei virgolettati, prontamente smentiti.

L’assenza di un portavoce, semplicemente fondamentale per la comunicazione di un uomo politico (specie di un presidente del Consiglio), avrebbe potuto anche anarchizzare la situazione.

Al contrario, Draghi e la comunicazione istituzionale è stato, banalmente, un connubio basato sulla discrezione.

Antonio Funiciello, il nuovo Capo di Gabinetto di Palazzo Chigi

Tutto è rimasto sotto una spessa cortina di silenzio. Mentre Rocco Casalino organizzava il banchetto popolano di Conte premurandosi di “non inquadrare Chigi”, Draghi mandava in fumo il cervello dei giornalisti. Si pensi ai retroscenisti: non una notizia, che fosse una, è venuta fuori dai corridoi del Palazzo (o delle caserme).

E si pensi, quindi, al nettissimo cambio di passo a cui abbiamo assistito in queste settimane. Ieri sera, ospite di Quarta Repubblica, proprio Casalino preconizzava la necessità, da parte di Draghi, di intervenire spesso, per sedare risse tra partiti.

Qui, però, non c’è bisogno di creare l’immagine di un uomo politico venuto da non si sa dove. Lo conferma la scelta di Funiciello, e probabilmente quella del portavoce: si fa il nome di Paola Ansuini, capo comunicazione in Bankitalia. Tutto, quindi, sembra andare in quella direzione.

Un cambio di passo che è garanzia di serietà, quantomeno nella comunicazione. C’è bisogno di comunicare in modo asciutto, pragmatico. Anche per limitare l’overload informativo e, dunque, la nascita e la proliferazione di fake news. Nico Perrone, direttore dell’agenzia Dire, propone (qui) un incontro settimanale con i giornalisti.

E come scrive Francesco Giorgino in questa sua analisi, c’è la necessità di evitare il più possibile la sovrapposizione tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica. Complicato, vista la natura della maggioranza. Ma anche questo sarebbe un bel cambio di passo.

 

Qui una interessante analisi di Michele Zizza su Huffington Post.


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