Ilva e Venezia, Conte silenzia la maggioranza
Ilva e Venezia sono lo snodo cruciale di questo governo.
Sono due fatti di grande criticità e difficoltà, che cadono sulla testa dell’esecutivo e che richiedono una risposta ferma. Palazzo Chigi ha dato un riscontro preciso e deciso, quantomeno per quel che riguarda la comunicazione.
A intestarsi i due caldissimi dossier di Ilva e Venezia – e non poteva essere diversamente – è stato infatti direttamente il presidente del Consiglio.
Poco spazio al ministro delle Infrastrutture, a quello dell’Ambiente, un po’ di più al titolare dello Sviluppo Economico (che in realtà se l’è preso, visti i toni usati con Arcelor Mittal).
Da Taranto alla Laguna, è Conte a darsi in pasto a taccuini e telecamere. Perché l’occasione è ghiotta per silenziare toni e accenti polemici che rimbombavano nella maggioranza.
Parecchio simbolica l’immagine che in pochissimi giorni vediamo riprodotta per ben due volte. Prima nella città pugliese e poi a Venezia, Conte si mostra con abbigliamento e atteggiamento molto più informali del solito.
Se in Puglia va in giacca e camicia e ascolta i lavoratori seduto su un tavolo, in Veneto, canterebbe Nino D’Angelo, ci va senza “senza giacca e cravatta”. E senza pochette, aggiungiamo noi.
Una scelta volta a restituire la serietà e drammaticità delle situazioni di Ilva e Venezia. L’autorevolezza della figura del presidente del Consiglio è un elemento a cui Conte attinge in ambedue queste circostanze.
Facendo leva sull’importanza del momento, in un colpo silenzia i Renzi, i Di Maio, gli Zingaretti, fino ad allora attenti solo a prendersi scena e consenso con post e dirette.
Qualcuno ha parlato di “cacofonia della maggioranza”: Conte mette fine al fenomeno, e in questo la scelta di riporre la giacca nell’armadio risulta non secondaria. Vuole far capire chi si prende onori e oneri, chi “si sporca” e “si bagna”, chi prova a risolvere.
Diciamo la verità. La tivvù non ci aveva mai presentato il presidente del Consiglio in maglioncino, camicia e pantaloni bagnati. D’improvviso – coupe de theatre – lo abbiamo visto una figura un po’ più vicina. A maggior ragione, è stato così per operai, commercianti e cittadini di Taranto e di Venezia.
Ma la mediaticità dei due fenomeni riporta il tutto anche a livello politico. In questo modo, Conte intende marcare la differenza tra sé stesso, che va a verificare l’entità del fatto e dei danni e a parlare de visu con i cittadini, e i leader dei partiti che lo “sostengono”.
E che, alla ricerca disperata di consenso, riescono solo a fare fuoco (amico).
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