Facebook e politica: Renzi investe, scommette e vince
Facebook e politica è ormai binomio inscindibile.
Lo aveva insegnato Renzi, dando avvio a un utilizzo più marcato dei social in generale. Lo ha confermato Salvini, che ha messo in piedi (leggi qui) una macchina comunicativa impressionante ma che preferisce la piattaforma di Zuckerberg rispetto alle altre (che pure non trascura).
Da osservatori, bisognerebbe prendere l’abitudine di osservare i dati che mettono in correlazione Facebook e politica.
Per capire quali potrebbero essere gli scenari o, quantomeno, le mosse di ciascun politico.
Una decina di giorni fa abbiamo scritto dei dati Agcom relativi al tempo di parola concesso ai diversi leader politici nei telegiornali (leggi qui). Anche quello un modo per capire gli orientamenti della politica, atteso che le diverse testate – specie quelle pubbliche – di solito rispecchiano il pensiero dei diversi partiti.
Prim’ancora, avevamo scritto delle somme spese dai leader su Fb (leggi qui). Proprio perché riteniamo che in questa fase sia quella la cartina di tornasole delle volontà politiche.
Proseguendo su questa linea, anche oggi ci basiamo su dati simili. Dati che Pier Luca Santoro, fondatore di Datamediahub, ha pubblicato sulla propria pagina Fb (qui). Si tratta di numeri sulla spesa dei politici negli ultimi trenta giorni. Cioè prima e nel pieno della crisi di governo.
Al primo posto, appunto, Matteo Renzi, con oltre ventimila euro di investimento (vedi foto qui in basso). Ma non è un primo posto qualsiasi. I dieci che lo seguono, infatti, tutti insieme non arrivano neanche alla metà della somma impegnata dall’ex presidente del Consiglio (o meglio dai Comitati Ritorno al Futuro).
Cosa vuol dire questo? Vuol dire anzitutto che “l’altro Matteo” ha puntato parecchio sulla propria posizione. Nel mirino, quello che lui chiama “omonimo”. Infatti, Renzi intuisce subito che la mossa di Salvini potrebbe rivelarsi autolesionista. E cambia linea.
Dal celebre “non starei mai in un partito che governi con il M5S”, dalle dichiarazioni e dai posti si evince una posizione via via più possibilista, fino all’apertura totale nell’intervento in Senato del 20 agosto scorso.
Non a caso, nella settimana 20-26 agosto, con i suoi 3636 euro spesi, Renzi è al quinto posto nel Report della Libreria Inserzioni, dietro solo alla Commissione Europea, a Medici Senza Frontiere, a Save the Children, e davanti a Cornetto, Carte d’Or e Greenpeace.
Dunque, grande accelerazione sulla pubblicità alle proprie inserzioni, cioè alle proprie posizioni politiche. Perché?
Qui bisogna intrecciare il dato meramente politico. Come già scritto in altri pezzi, Renzi detiene il “pacchetto di maggioranza” dei gruppi parlamentari del Pd. Il 70 per cento di deputati e senatori, infatti, sono stati scelti proprio da lui – e con occhio lungo -, alla vigilia delle politiche del 4 marzo 2018, quando era segretario del partito.
Spingere per sciogliere le Camere avrebbe significato andare incontro a un “liberi tutti” che per Renzi sarebbe suonato come una sconfitta epocale. Le liste per le successive elezioni le avrebbe compilate l’attuale segretario.
Il quale, non a caso – e qui si chiude il cerchio politico -, passa in pochi giorni da “elezioni subito” e “mai e poi mai al governo col M5S, è un’ipotesi che non esiste”, al “no a Conte premier”, “sì al governo della svolta“ e “sì a Conte premier”.
Attraverso l’analisi di Facebook e politica, possiamo dunque dire che il vero vincitore di tutto questo spettacolo è Matteo Renzi. Che è riuscito quindi a guadagnare un po’ di tempo in più – non si sa quanto – per organizzare una eventuale exit strategy dal partito.
Con buona pace di Calenda e Richetti, entrambi vittima di un sussulto di coerenza e dignità.
- Vai qui per la nostra analisi sul confronto televisivo tra Renzi e Salvini.
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