Policy Twitter, si cambia: stop pubblicità a media statali
Policy Twitter, cambiano le cose per le inserzioni pubblicitarie di media controllati dallo Stato.
Il social network ha infatti deciso di non accettare più sponsorizzazioni su contenuti di media pubblici. Si tratta di una direttiva emanata il 19 agosto scorso e che si applicherà a quei mezzi controllati dallo Stato dal punto di vista finanziario o editoriale, che però potranno avere un proprio account.
Le nuove policy Twitter escludono invece i media finanziati dai contribuenti e le emittenti pubbliche indipendenti.
Ma perché questo improvviso cambio? Le ragioni, pare strano ma è così, sono da ricercare nei disordini che ormai da mesi stanno caratterizzando Hong Kong. Secondo gli Usa, l’influenza della Cina si sarebbe palesata attraverso l’utilizzo di account falsi che avrebbero diffuso notizie anch’esse false.
Twitter ha bloccato diversi profili direttamente riconducibili alla Repubblica Popolare Cinese, che immettevano bufale in rete allo scopo di indirizzare l’opinione pubblica rispetto alla protesta dei cittadini di Hong Kong.
Un modo per sottolineare, ancora una volta, quanta importanza i social abbiano acquisito nel dibattito politico e sociale. Uno Stato come la Cina l’ha capito da tempo: qui l’utilizzo delle piattaforme non è affatto libero.
A ciò si aggiunga l’intervento diretto dello Stato nel controllo di strumenti – come Twitter e Facebook – capaci di orientare il cosiddetto sentiment.
Chiaramente, tutto è volto a favorire una corretta informazione.
E d’altra parte, episodi simili erano già avvenuti nel recente passato, con la diffusione di contenuti sponsorizzati promossi da media sotto il controllo statale.
Si pensi a una serie di post pubblicati dal Global Times, testata sempre sotto il controllo della Repubblica Popolare Cinese. Al centro, il modo di vita degli Uighurs, una minoranza musulmana presente in Cina e accusata di alcuni attentati.
Il Global Times li presentava come persone felici in una società altrettanto felice e normale. Nella realtà, erano rinchiusi nei campi di internamento dello Xinjiang.
Tutti casi che hanno indotto Twitter ad adottare questa nuova policy, che blocca le sponsorizzazioni per media legati allo Stato. Identica posizione non è stata assunta da Fb, che continua a preferire il vaglio, caso per caso, di tutte le inserzioni.