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Disintermediazione: il boom dei social, il crollo della stampa

29/06/2020

Disintermediazione: il boom dei social, il crollo della stampa

Disintermediazione sempre più peculiarità della comunicazione e dell’informazione.

Il processo era partito già da tempo, lo avevamo colto in alcune sue sfaccettature, cercando di sottolinearne le caratteristiche¹.

A dare manforte alla nostra visione il prestigioso digest settimanale di Data Media Hub, che riporta dei dati eloquenti. Tra il 2014 e il 2019 (quindi addirittura prima della pandemia),  la stampa – cartacea e on line – ha ceduto quote di mercato a tutto vantaggio dei social.

“Tra chi si informa di politica tramite Internet, cresce il ricorso esclusivo ai social media [9.5% → 19.8%] e cala quello della stampa on line [41.1% 33.1%].

I social come canale esclusivo di informazione politica hanno superato in termini percentuali la stampa on line tra i giovani fino a 34 anni. Il loro utilizzo è raddoppiato tra i 35-54enni [8.9% → 18.9%] e quasi triplicato tra gli over 54 [5.6% → 15.1%]. Solamente il 5.8% degli italiani si informa di politica tramite i siti web dei partiti”.

Insomma, già prima della pandemia della disintermediazione c’era più di qualche traccia.

Il grafico proposto da Pier Luca Santoro che dettaglia i dati sul maggiore utilizzo dei social nell’informazione politica

Le reti sociali erano vere e proprie fonti per corpose fette di utenza.

Il Digital Media Sunday Brunch di Pier Luca Santoro, infatti, registra elementi molto importanti in questo senso. “Emerge come il livello di engagement, di interazione, sulle fanpage dei leader politici sia di gran lunga superiore a quello delle pagine Facebook delle testate giornalistiche”, scrive Santoro.

Gli esperti di Nba lo definirebbero “un fattore”, cioè un dato determinante. Perché certifica un cambio di abitudini, una modificazione nel paradigma della ricerca delle informazioni e della selezioni delle fonti da parte dell’utenza. E, con ogni probabilità, segna anche una sempre maggiore sfiducia dell’utenza stessa nell’intermediazione della figura giornalistica.

La disintermediazione di cui tanto si parla sta tutta qua: una sorta di bypass mediatico, per arrivare dritti alla fonte.

Probabilmente, la pandemia ha accentuato questo tipo di processo, considerato che le figure istituzionali hanno ricoperto un ruolo centrale come mai prima. Dal presidente del Consiglio ai governatori di Regione, tutti hanno surfato sull’onda della visibilità e del rally around the flag².

Dirette a ogni ora con numeri impressionanti, a significare che i cittadini hanno cercato l’informazione direttamente dall’istituzione.

 

¹ Vai qui e qui per leggere le nostre analisi sulla disintermediazione.

² Qui la nostra analisi sul fenomeno del rally around the flag.


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