Pandemia e comunicazione, direzioni ostinate e contrarie
Pandemia e comunicazione, quanto è stretto il rapporto?
Strettissimo, verrebbe da dire. Certo, ma ci sarebbe anche qualche altra considerazione da fare. Una su tutte. La distonia esistente tra questi due concetti.
Cerchiamo di spiegarci meglio e, per farlo, riapriamo il famigerato Rocci per andare all’etimologia greca del termine “pandemia”: pan (tutto) + demos (popolo). Il conto è presto fatto. Insomma, da quando, l’11 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato, appunto, di pandemia, l’emergenza ha ufficialmente riguardato e coinvolto “tutto il popolo”. Tutto il mondo ha avuto una caratteristica in comune.
È valso lo stesso per la comunicazione? Non saremo certo noi a scoprire l’acqua calda dicendo che no, non è valso affatto. La comunicazione è stata tutt’altro che un elemento comune. Non vogliamo neppure soffermarci sul livello internazionale – dove tra BoJo, Bolsonaro, Trump, Macron, Merkel, la Lagarde, la Von der Leyen e la Svezia ci sarebbe da divertirsi -, ma sul piano nostrano.
Ebbene, anche qui pandemia e comunicazione hanno mostrato di viaggiare in direzioni ostinate e contrarie.
Da Sud a Nord, passando per le isole. Ogni regione ha evidenziato un diverso paradigma comunicativo, naturalmente influenzato dalle differenti modalità di atterraggio e di presa da parte del covid. Il disorientamento (Fontana) e la speranza (Gallera: vedi collegamento in calce) della Lombardia le abbiamo viste nel loro modo di comunicare.
Così come abbiamo visto muscolarità nell’atteggiamento di De Luca (frammenti di dirette già consegnati alla storia), di Emiliano e di Zaia. Quest’ultimo, però, ci ha aggiunto molto del pragmatismo veneto, lavorando ventre a terra a un nuovo modello di tracciamento del virus.
Nel mezzo, un Bonaccini comprensibilmente poco propenso a taccuini e telecamere (molto attenti alle “malefatte della sanità lombarda”: perché straparlare e richiamarne l’attenzione?). Cirio sembra invece cercarle senza la capacità di bucare schermi e Toti divide il suo tempo esattamente a metà: un po’ per l’emergenza, un po’ per pensare a sua moglie quarantenata a Milano.
Una citazione a parte per Musumeci, che
Insomma, come se non bastassero le diverse richieste e pretese, anche la comunicazione pare suggerirci che più che venti regioni, qui si tratta degli Stati Uniti (?) d’Italia.