Conte e Draghi, dal peso politico al silenzio istituzionale/1
Conte e Draghi, li separa un abisso e ora si può dire.
Dopo quattro settimane di un governo presieduto dall’ex numero uno della BCE, la differenza col precedente è sostanziale.
Naturalmente, nessun paragone di tipo politico, ma sul tavolo comunicativo è tutto molto evidente. Ho parlato (qui) delle scelte di Draghi in relazione al suo staff. Scelte che hanno indirizzato il rapporto con i media.
Oggi, però, il quadro è più delineato.
Dedichiamo questa prima parte all’ex presidente del Consiglio. Ho più volte affrontato il tema del suo evidentissimo obiettivo nel corso della pandemia. Creare un personaggio e un pubblico di riferimento. Ci è riuscito benissimo, visto che oggi Conte parla a 3,7 milioni di persone su Fb e a oltre 6 milioni considerando anche Twitter e Instagram.
Una operazione chirurgica, condotta dall’equipe di Rocco Casalino.
Che rende ancor più palese il passaggio di testimone tra Conte e Draghi.

Ne ho parlato a lungo anche nel mio “Virus, comunicazione e politica” (libro disponibile qui). La sciagura pandemica ha tenuto i riflettori accesi soltanto sul presidente del Consiglio, cioè sulla carica istituzionale deputata a prendere decisioni.
L’opinione pubblica si è stretta intorno ad essa come sempre accade in un momento storico simile. Si chiama rally around the flag (correre intorno alla bandiera), ed è un fenomeno che si ripete ciclicamente quando la paura si impossessa dei cittadini.
Come l’ha gestita Giuseppe Conte? A parte l’utilizzo sfrenato e disinibito del proprio account personale – a scapito di quello istituzionale -, anche le tecniche di comunicazione sono state piuttosto evidenti.
Innanzitutto, un continuo ricorso al cosiddetto schema binario. Quella che ho definito “teoria del nemico”. Riscontrabile, ad esempio, nella celebre diretta Fb del 10 aprile 2020, la diretta dei “nomi e cognomi”. Una palese violazione del confine tra comunicazione politica e comunicazione istituzionale, ma che era funzionale allo scopo prefissato.
Il risultato? É visibile in questo estratto dell’ultimo tableau de bord di Istituto Piepoli sul consenso e sul peso elettorale di Giuseppe Conte. Ciò vuol dire che la macchina comunicativa avviata durante la pandemia è arrivata a destinazione. Una parte dei seguaci del leader in pectore del M5S è disposta a votarlo.
Affezione, fidelizzazione, partecipazione, voto. Il processo che gli americani (Giansante, 2019) definiscono GOTV – getting out the vote – è all’ultimo stadio.



Conte e Draghi, dal peso politico al silenzio istituzionale/2 - Velocità Media
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