Forza Italia si fa largo: e se diventasse il partito del futuro?
Chi non ha peccato? Chi non ha attaccato, insultato o querelato qualcuno? In ben pochi, crediamo.
Siamo tutti peccatori, e chi fa politica lo è più degli altri. E mentre assistiamo a una delle più scompigliate attività parlamentari, proprio quando parla Conte, fuori da Montecitorio – impensabile -, poche ore prima, un fiume di gente risponde alla chiamata di Giorgia Meloni.
Voto, non voto, fiducia, non fiducia. Il titolo Atlantia fa su e giù come sulle montagne russe, mentre la De Micheli è già in preda a una crisi di nervi a cui dovrà abituarsi.
Aplomb invece per Di Maio, avvolto in una spirale del silenzio a cui deve sottostare e che è fondamentale, propiziatoria, per ottenere la pochette a 4 punte che potrà sfoggiare per moda ma non per stile.
E Berlusconi? Dov’è finito il vero cavaliere, il fondatore di Forza Italia,mentre tutti gli altri si azzuffano dentro e fuori dal palazzo?
Dicono cerchi un delfino, Berlusconi, e, nel frattempo, bacchetta i fedelissimi affinché l’eco giunga fino all’ultimo presidio di Forza Italia sul territorio.
“O con Forza Italia o fuori, non accetterò mai che uno dei nostri sostenga questi storici comunisti col rolex“. E, dall’alto della sua saggezza, invita i suoi a rimanere in Aula e a “combattere” lì dove si scrive la storia politica.
È ancora da smaltire il cocktail ghiacciato Toti-Carfagna che poco ha rinfrescato in questa estate tutta al mojito.
Ma il capo, che di cocktail ne ha bevuti a centinaia in questi vent’anni e passa di strategie, investe sul suo karma e prende le distanze da tutti, attirando così anche le simpatie del Colle.
Che il Centrodestra abbia bisogno di un interlocutore istituzionale Berlusconi lo sa bene, e su questa linea sta lavorando, con la certezza dei numeri in Parlamento e nonostante sondaggi contraddittori.
“Ora serve una rosa di nomi, un direttivo forte, nuovi ruoli e responsabilità con una riorganizzazione sul territorio.
Ma questa volta bisognerà reclutare il meglio che offre il mercato se si vorrà conquistare un futuro liberale e libero dai comunisti di sempre”, asserisce qualcuno di Forza Italia con tessera storica.
Intanto si va verso la fiducia al Senato e la conta potrebbe essere al cardiopalma. Quasi da finale dei Mondiali o da prime time ai tempi del Popolo della Libertà.
Fenomeni che poi, insieme, descrivono la prima fase del Berlusconismo, molto lontana lontano da questo neoberlusconismo.
• L’Analista •