Comunicazione (è) Politica

Berlusconi e il digitale, tra distanza e sorpresa

13/06/2023

Berlusconi e il digitale, tra distanza e sorpresa

Berlusconi e il digitale sembrano due rette parallele. E invece sono due linee che hanno incrociato i propri percorsi.

É vero che la comunicazione di B ha sempre avuto la sua anima digitale, seppure lui abbia sempre preferito quella tradizionale di tv e giornali. Ma sono essenzialmente due i momenti in cui il Cav diventa davvero un creatore di contenuti online.

Il primo coinvolge tutti, e si presenta durante la pandemia. Il secondo, invece, arriva durante la campagna elettorale delle ultime elezioni politiche¹.

Da marzo 2020 in poi, Berlusconi “sceglie di occupare un ruolo definito: quello di player responsabile di una coalizione che non è sbagliato definire di Destra-Centro”.

La pagina principale del profilo TikTok di Silvio Berlusconi

In quel periodo, come ho provato a raccontare nel mio “Virus, comunicazione e politica” (qui), l’unione tra Berlusconi e il digitale si esplica soprattutto nell’utilizzo di card e di video.

L’utilizzo di questi ultimi, in particolare, è piuttosto inusuale. Sulle diverse piattaforme, le pagine di Berlusconi ospitano esclusivamente clip di tg Mediaset. Il tutto sulla base di quello che ho definito ‘schema a filiera’, un ‘super-gioco di specchi’. In pratica, uno dei tg del suo Gruppo lo intervista. Il video viene prima mandato in onda e successivamente pubblicato sulle sue pagine. Una filiera cortissima che però consente il presidio della tv e della Rete. Oltre che dei quotidiani, che naturalmente riprendono e pubblicano le sue parole.

Il contrario accade poche volte. La preferenza, infatti, è per i video piuttosto che per gli articoli di giornale, di cui si dà notizia pubblicando le clip dei tg Mediaset che ne parlano.

Silvio Berlusconi in una foto nel giorno della discesa in campo

Il secondo momento in cui Berlusconi e il digitale incrociano le proprie strade è, come detto, durante l’ultima campagna elettorale per le politiche. Il Cavaliere, non venendo meno alla sua fama di innovatore, compie un capolavoro autentico e inaspettato dal punto di vista comunicativo. Sbarca addirittura su TikTok e comincia a pubblicare video senza il timore di essere fuori contesto. Il target di questa piattaforma è molto giovanile, e in effetti stile e linguaggio non coincidono.

Eppure riesce a esordire con un video che ancora oggi, con 10,3 milioni di visualizzazioni, è tra i primi tre più visti tra quelli pubblicati dai politici. Non solo. Proprio per la apparente – e forse reale – inconciliabilità tra mittente, piattaforma e ricevente, riesce a creare quell’effetto di latenza che avevamo visto solo il 26 gennaio 1994²: la berlusconizzazione dell’agenda politico-comunicativa.

Dopo quel debutto, tutti i media parlano di lui e della sua capacità di confermarsi, come sempre, un innovatore della comunicazione.

 

¹Leggi qui i miei giudizi semiseri sulla campagna elettorale.

²Leggi qui la mia analisi sul discorso della discesa in campo.

Tra i tanti articoli pubblicati in questi giorni sulla comunicazione di B, mi piace segnalare questo di Luigi Di Gregorio su Gli Stati Generali.


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