Vangelo in streaming, il digitale travolge pure la Fede
Vangelo in streaming, è questa l’ultima frontiera delle diavolerie tecnologiche.
Chi ci segue con assiduità – e siete sempre tanti: grazie! -, ricorderà senz’altro quel pezzo sulla disintermediazione della fede. Se non l’hai letto, ti lascio qui il collegamento.
Nel testo, scritto un mese e mezzo fa, si partiva dal ritorno dell’utilizzo dei simboli reiligiosi come mezzo di comunicazione politica.
Naturalmente, nel caso del Vangelo in streaming non parliamo di questo.
Vogliamo però porre l’accento su un dato che riteniamo interessante. E lo facciamo attraverso una domanda, premettendo che non si tratta del primo esperimento in materia. Era così facile pensare di associare la Parola di Dio allo smartphone? Chi l’avrebbe mai detto?
Ed era così semplice pensare di poter dare un’offerta alla questua con il Pos, come da poco avviene nel Duomo di Torino? Non era semplice, ma orse solo perché mai nessuno si era soffermato a pensarci.
La forza del digitale sembra inarrestabile, questo lo sapevamo, e il coinvolgimento-travolgimento dell’ambito religioso non fa che confermare questo elemento.
A garantire il servizio del Vangelo in streaming sarà “VatiVision”. Il servizio, che partirà all’inizio dell’anno prossimo, vedrà la partecipazione (al 25 per cento) di Vetrya. Il gruppo, attivo nello sviluppo di servizi digitali, piattaforme cloud computing, servizi broadband, è quotato all’Aim, il mercato delle Pmi italiane.
L’altro 75 per cento è coperto da Officina della Comunicazione, già impegnata nella produzione di documentari, speciali e vari audiovisivi con diversi enti vaticani.
La società dice che “avrà l’obiettivo di gestire il servizio di video distribuzione mondiale in modalità streaming on demand di contenuti religiosi, artistici e culturali ispirati al messaggio cristiano”. In pratica, diffondere temi e valori cristiani tramite strumenti e linguaggi moderni.
Il tutto, su ogni dispositivo oggi utilizzato, che si tratti di Pc, tablet o smartphone.
Insomma, prima che il dibattito prenda le due classiche strade, quelle degli apocalittici e degli integrati, si può comunque dire che, accanto a “diavolerie” devianti, il digitale offre anche “sacrosante” novità.