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Comunicazione e PA si annusano (nel segno di Mario Brega)

14/10/2019

Comunicazione e PA si annusano (nel segno di Mario Brega)

Comunicazione e PA, il tema comincia a surriscaldarsi.

Ne abbiamo parlato già nelle settimane scorse, nella recensione del saggio “Brand journalism” (qui) e della presentazione dello stesso libro presso il Binario F, a Roma (qui).

In ambo i casi, è stato chiarito che sì, comunicazione e PA possono convivere.

Anzi, probabilmente al giorno d’oggi devono convivere. A fugare ogni dubbio, in un contributo pubblicato proprio nel libro di Zarriello, è Francesco Di Costanzo, presidente dell’associazione PA Social.

Nello scritto, Di Costanzo mette un punto alla questione, sdoganando i concetti di “storyteller” e di “narrazione di storie” applicati al pubblico.

Livio Gigliuto durante il suo intervento

Ma non è tutto. Nel corso degli Stati Generali della Comunicazione, organizzati proprio da PA Social e tenuti a Torino lo scorso venerdì 11 ottobre, altri elementi sono stati aggiunti alla discussione.

A gettarli nella mischia è stato Livio Gigliuto, direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale e vicepresidente dell’Istituto Piepoli. Nel suo intervento, Gigliuto ha rievocato la figura di Mario Brega nel film “Bianco, rosso e verdone” e una sua battuta passata alla storia.

“La comunicazione nei confronti della PA è come la mano di Brega: po’ esse fero e po’ esse piuma”, ha detto Gigliuto. “La verità – ha proseguito – è che gli italiani hanno già scelto: vogliono informazioni dai social, perché l’80 per cento di loro li usa. Dunque, si attendono anche che i social li informino”.

Una fase degli Stati Generali

Il tema, però, a questo punto è un altro: quanto gli italiani si fidano dei social? Sappiamo che la reputazione di queste piattaforme non è delle migliori per via di alcuni fenomeni ormai celebri, ma le ultime rilevazioni restituiscono dati tutt’altro che terribili.

“Il 52 per cento degli italiani si fida della tv, il 40 per cento dei social. Un delta non di enorme entità”, sono i dati che ha fornito lo stesso Gigliuto.

“Si pensa – ha proseguito – che in tv ci sia maggior controllo della notizia rispetto a quanto accade sui social. Il retropensiero, un filone sviluppatosi negli ultimi anni, e la paura delle fake news portano a questi numeri”.

Coraggio e visione comune da parte della Pubblica Amministrazione sono gli elementi per scardinare questo muro di timore.

Una mano de fero, appunto.


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