Tg Rai, spettatori in fuga: il perché di numeri impietosi
Tg Rai, è fuga degli spettatori. Proviamo a capire perché.
Innanzitutto, i dati. Scorrendo la home di Twitter, compare un grafico pubblicato da Francesco Frasi (dell’omonimo studio), e ripreso da Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario della Commissione di Vigilanza Rai.
Numeri impietosi, che si riferiscono ai primi quindici giorni di agosto di quest’anno rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Si registra un calo vertiginoso del numero di spettatori dell’informazione pubblica. Tg1, Tg2, Tg3 e TgR (immagine in basso).
Dei Tg Rai, quello della rete ammiraglia, diretto da Giuseppe Carboni, registra il calo più importante in termini assoluti: -583mila spettatori, attestandosi a 3milioni e 270 mila (-3,88 per cento). Va giù anche lo share, che scende di quasi il 15 per cento e si ferma al 22,33 per cento.
Rispetto proprio allo share, è però il Tg2 a perdere di più, il 20,3 per cento. In un anno, oltre 420mila spettatori hanno scelto altro, e il notiziario di Gennaro Sangiuliano si attesta così a 1milione e 157mila spettatori, pari all’8,2 per cento di share.
Perdono anche il Tg3 (-61mila spettatori e – 2,5 per cento di share in un anno) la TGR (-184mila e -10,25 per cento di share). Al contrario, guadagnano Tg5 – +500mila e +23,3 per cento di share – e TgLa7 – +60mila e +8,8 per cento.
I Tg Rai calano a picco per numero di spettatori, e ci si chiede a cosa siano dovuti questi numeri impietosi.
Di certo i giornalisti alla guida delle testate non sono degli sprovveduti alle prime armi. Si tratta di fior di professionisti. Né regge l’analisi di Anzaldi, il quale parla di “occupazione senza precedenti di Lega e M5s che sta smantellando un settore strategico per l’azienda”.
Non regge perché a perdere spettatori è anche il Tg3 di Giuseppina Paterniti, cioè uno storico baluardo dell’informazione di sinistra che resiste nella linea politica a tutti i cambiamenti governativi.
Per quanto condannabilissimo – lo abbiamo già scritto: leggi qui -, il comportamento dei due partiti di governo nei confronti della Rai, e in questo caso dei Tg Rai, è identico a quello tenuto dai partiti che li hanno preceduti. E c’è da scommettere che chi verrà dopo non farà diversamente.
E allora, le ragioni del crollo sono forse da trovare nella insoddisfazione degli spettatori nei confronti di linee politiche probabilmente fin troppo schiacciate. Un elemento non da poco, che può aver spinto l’utenza a cambiare canale e a orientarsi verso altri lidi.
Oltre al Tg5, che ha evidentemente eroso audience a Tg1 e Tg2, pensiamo a SkyTg24 e a RaiNews24. Di entrambe le testate non disponiamo dati precisi, ma sappiamo che sono in crescita.
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