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Testate online, lo sprofondo rosso di agosto

22/10/2019

Testate online, lo sprofondo rosso di agosto

Testate online e tempo speso per visitarle in caduta libera.

Lo dicono chiaramente i dati di Audiweb, elab0rati da Data Media Hub e diffusi dal suo numero uno Pier Luca Santoro. Si tratta di un’analisi delle tipologie di siti più visitati nello scorso mese di agosto.

E dunque, tra tutti, le testate online di informazione sono quelle dove si trascorre meno tempo di tutte le altre.

L’elemento paradossale riguarda il rapporto tra numero di utenti e ore trascorse sui siti. Infatti, 34,8 milioni di persone li hanno visitati nel mese di agosto ma per un totale di un’ora e mezza soltanto a testa. In un mese.

Evidentemente, molti utenti “fanno un giro” sui siti di informazione, ma solo per una panoramica veloce. Pochi approfondimenti e poche pagine aperte. Il che, tra l’altro, vuol dire, per le testate meno introiti pubblicitari. Ma c’è da ricordare che parliamo di agosto, mese vacanziero per eccellenza.

I dati elaborati da Data Media Hub

Un quinto posto, quello dei siti di informazione giornalistica, che si affianca quindi a un ultimo posto. Risultato simile a quello dei portali generalisti, che registrano un audience agostano di 35,6 milioni di utenti e un tempo speso di due ore al mese.

Quasi il contrario della messaggistica istantanea, che si piazza al settimo posto come numero di utenti (34 milioni) e al primo come numero di ore mensili fruite (26,22).

Stesse performance per i motori di ricerca, che sono primi incontrastati per milioni di utenti al mese (38,9) ma sesti come tempo speso (6 ore e 17 minuti). Più “coerenti” i numeri relativi ai social: 36,2 milioni di utenti in un mese a fronte di 23,24 ore spese per visitarli.

Lo stesso dicasi per i video e i film, al quarto posto sia per audience mensile (35,9 milioni) che per tempo speso in un mese (7,19 ore). Non va dimenticato il dato sulla posta elettronica: poco meno di 32 milioni di utenti per un tempo speso di 9 ore e 15 minuti.

I numeri importanti, però, lo abbiamo detto,sono quelli sulle testate giornalistiche. Perché ormai gli utenti hanno aperto altri canali di informazione, quali le chat e i social.

Non a caso, proprio gli ultimi Stati Generali della Comunicazione (qui) hanno chiarito l’importanza di questi ultimi nella comunicazione della Pubblica Amministrazione (ma non solo, aggiungiamo).


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