Testate online, lo sprofondo rosso di agosto
Testate online e tempo speso per visitarle in caduta libera.
Lo dicono chiaramente i dati di Audiweb, elab0rati da Data Media Hub e diffusi dal suo numero uno Pier Luca Santoro. Si tratta di un’analisi delle tipologie di siti più visitati nello scorso mese di agosto.
E dunque, tra tutti, le testate online di informazione sono quelle dove si trascorre meno tempo di tutte le altre.
L’elemento paradossale riguarda il rapporto tra numero di utenti e ore trascorse sui siti. Infatti, 34,8 milioni di persone li hanno visitati nel mese di agosto ma per un totale di un’ora e mezza soltanto a testa. In un mese.
Evidentemente, molti utenti “fanno un giro” sui siti di informazione, ma solo per una panoramica veloce. Pochi approfondimenti e poche pagine aperte. Il che, tra l’altro, vuol dire, per le testate meno introiti pubblicitari. Ma c’è da ricordare che parliamo di agosto, mese vacanziero per eccellenza.
Un quinto posto, quello dei siti di informazione giornalistica, che si affianca quindi a un ultimo posto. Risultato simile a quello dei portali generalisti, che registrano un audience agostano di 35,6 milioni di utenti e un tempo speso di due ore al mese.
Quasi il contrario della messaggistica istantanea, che si piazza al settimo posto come numero di utenti (34 milioni) e al primo come numero di ore mensili fruite (26,22).
Stesse performance per i motori di ricerca, che sono primi incontrastati per milioni di utenti al mese (38,9) ma sesti come tempo speso (6 ore e 17 minuti). Più “coerenti” i numeri relativi ai social: 36,2 milioni di utenti in un mese a fronte di 23,24 ore spese per visitarli.
Lo stesso dicasi per i video e i film, al quarto posto sia per audience mensile (35,9 milioni) che per tempo speso in un mese (7,19 ore). Non va dimenticato il dato sulla posta elettronica: poco meno di 32 milioni di utenti per un tempo speso di 9 ore e 15 minuti.
I numeri importanti, però, lo abbiamo detto,sono quelli sulle testate giornalistiche. Perché ormai gli utenti hanno aperto altri canali di informazione, quali le chat e i social.
Non a caso, proprio gli ultimi Stati Generali della Comunicazione (qui) hanno chiarito l’importanza di questi ultimi nella comunicazione della Pubblica Amministrazione (ma non solo, aggiungiamo).