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Cyberbullismo e altri rischi della rete: “Il web 6 tu” per dire basta

21/10/2019

Cyberbullismo e altri rischi della rete: “Il web 6 tu” per dire basta

“Cyberbullismo”: cercando su Google, l’indagine restituisce ben 2.160.000 risultati.

E parliamo solo dell’organico, ovvero di quelli non a pagamento. 22.200 è, invece, il numero medio delle volte che viene fatta questa ricerca, al mese, a livello nazionale.

Sono solo due numeri che – però – restituiscono in modo vivido l’idea di quanto il fenomeno della violenza e dell’odio intorno e tra i bambini e i ragazzi sia centrale nel dibattito culturale ed educativo italiano.

Gli insegnati, gli educatori, gli psicologi della fase evolutiva, gli esperti di privacy, le forze dell’ordine, i linguisti, i filosofi e gli esperti di comunicazione. Tutte queste figure sono impegnate a indagare questo universo composto da mille costellazioni perché interessa la vita dei futuri adulti in modo sfaccettato.

È poi la politica a dover raccogliere i vari insight che arrivano dalla società e a tradurli in leggi, in interventi o in iniziative. Sono trascorsi più di due anni dalla legge n. 71 del 29 maggio 2017 recante

“Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

Qui l’articolo 1, comma 2, definisce il cyberbullismo come

“qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Nelson, il temutissimo bullo della serie “I Simpson”

Al centro del testo di legge non possiamo che individuare la parola prevenzione che altro non vuol essere che un dialogo e un confronto costante, che parte dalla famiglia e arriva nelle scuole e nei luoghi di aggregazione sociale.

Il tutto, con l’unico obiettivo di snidare situazioni o rapporti “a rischio” che, se non disinnescati con l’aiuto di un adulto e amplificati dal potere di internet e dei social, possono diventare vere e proprie molotov comunicative off line e on line.

ll successivo disegno di legge sul cosiddetto “revenge porn”, approvato in via definitiva il 17 luglio 2019, si è poi focalizzato su un altro tipo di reato: la condivisione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso delle persone rappresentate.

Immagini che spesso derivano dall’autoripresa (scatti o video) in contesti intimi e che, successivamente, vengono condivise con terzi (sexting).

L’uso e l’abuso di tecnologia da parte dei più piccoli (ad un’età sempre più precoce), spesso senza alcuna rete protettiva e in una fase evolutiva in cui non si possiedono ancora tutti gli strumenti interpretativi e cognitivi necessari a decifrare messaggi e situazioni a rischio, espone i minori a rischi esponenziali.

La responsabilità in ogni caso è, però, dell’adulto: nell’articolo 2048 del Codice Civile vengono infatti contemplate le colpe in vigilando e in educando dei propri figli. I genitori devono sorvegliare ed educare i propri minori. Sempre. Con parole e comportamenti. Insomma, devono essere un modello e un punto di riferimento.

In questo quadro normativo e sociologico così articolato i momenti di dialogo tra istituzioni e società civile non possono che risultare necessari.

“Il web 6 tu. Azioni contro cyberbullismo, sexting, revenge porn, hate speech e per la tutela dei minori sul web”

L’onorevole Federica Zanella, che ha fortemente voluto l’incontro di domani alla Camera

organizzato presso la Camera dei Deputati a Roma (Sala della Regina) il prossimo 22 ottobre – dalle 10.30 alle 12.30 – si pone l’intento della sintesi tra i vari punti di vista.

L’iniziativa, voluta dall’onorevole Federica Zanella, deputato di Forza Italia della Commissione IX Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, e presidente dell’associazione “Stop Cyber violenze”, da anni in prima linea su questi temi, farà dialogare esponenti istituzionali di grosso calibro.

Gennaro Vecchione (direttore DIS), Maria Stella Gelmini (deputato Commissione III Esteri, già Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca), Nunzia Ciardi (direttore del servizio di polizia postale e comunicazioni), Massimiliano Capitanio (deputato Commissione IX Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), Antonio Martusciello (commissario Agcom) e Vincenza Bruno Bossio (deputato Commissione IX Trasporti, Poste e Telecomunicazioni).

A raccontare l’esperienza della “società civile in campo” Giusy Versace (deputato e atleta paralimpica), Felice Mariani (deputato olimpico di judo), Maria Rita Parsi (scrittrice e psicologa), Marco Cartasegna (blogger), Muriel (youtuber), Simone Perrotta (ex calciatore responsabile del dipartimento junior AIC), Jacopo Volpi (giornalista Rai e conduttore della “Domenica sportiva”), Martina Colasante (responsabile del progetto Google “Vivi internet al meglio”) e Davide Zanchi (ad Scc Italia).

La mattinata si concluderà con gli interventi di Fernando Proce (dj R101) e Pierluigi Pardo (giornalista Mediaset e conduttore Tiki Taka).

Tanti punti di vista, con un unico obiettivo: “Stop alle cyberviolenze”.

• Annalisa D’Errico •

Locandina dell’iniziativa “Il web 6 tu”, di martedì 22 ottobre a Roma

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