Comunicazione (è) Politica

Social e immigrazione, l’harakiri di Renzi (due anni dopo)

08/07/2019

Social e immigrazione, l’harakiri di Renzi (due anni dopo)

Social e immigrazione, una storia complessa da sempre.

Le reti sociali sono da sempre – e in ogni ambito – anche una sorta di sfogatoio senza freni di gentili anime frustrate. Si pensi quanto questo possa essere vistosamente amplificato – da una e dall’altra parte – in un momento di polarizzazione estrema da immigrazione.

È chiaro che, in questo contesto, le parti avverse si controllino, si marchino, si francobollino.

Come Gentile con Maradona in un’Italia-Argentina di Messico ’86, l’obiettivo è portare a casa la maglia. Dove per “portare a casa la maglia” si intende smontare le politiche e la comunicazione altrui.

In questi giorni è tornata alla ribalta una card che due anni fa – esattamente il 7 luglio 2017 – inondò i profili del Partito democratico, allora guidato da Matteo Renzi.

La card della pagina Fb di Matteo Salvini che riprende e sbeffeggia quella del Pd, durata pochi minuti

“Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro”, scriveva l’allora segretario dem, scatenando il dissenso (eufemismo) di alcuni membri del suo staff (leggi qui).

Su tutti, Francesco Nicodemo, che guidava la comunicazione e che non esitò a farsi da parte. Si può essere in disaccordo, ma non si può non riconoscergli schiena dritta e fermezza di fronte a una scelta strategica sul tema – un’inversione a “U”, a conti fatti – che non condivideva.

I fatti delle ultime settimane ci dicono che il Pd ha abbandonato di netto la linea Renzi per attraccare sulla linea Carola (leggi qui).

L’errore madornale fu però un altro: quella card durò pochi minuti. Giusto il tempo di circolare su migliaia di bacheche, poi fu cancellata.

In ambito giornalistico si dice che “una smentita è una notizia data due volte”. Se questo è vero – e per molti lo è -, allora in ambito social si può dire che una cancellazione è una notizia che rimbalza di bacheca in bacheca per milioni di volte. Molto peggio di una smentita.

Difatti, cos’avvenne? Che Luca Morisi, spin doctor di Matteo Salvini che sul binomio social e immigrazione ne ha costruito la fortuna politica, prese quella frase dall’inizio alla fine e, molto semplicemente, “cambiò” il Matteo della firma. Da Renzi a Salvini.

Con tanto di premessa rivolta a Renzi – “…lo prendiamo volentieri noi! Grazie per il lavoro!” – e di postilla rivolta all’elettore: “Scegli l’originale!”.

Due anni, la cancellazione di quella card viene ancora ricordata come una pietra miliare nelle (non) buone pratiche di comunicazione politica via social. Come lo si può definire se non harakiri?


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