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Scandali e politica, alla radice del rapporto

28/07/2020

Scandali e politica, alla radice del rapporto

Scandali e politica viaggiano da sempre a strettissimo contatto.

La vicenda che vede protagonista il governatore della Lombardia Attilio Fontana è solo l’ennesimo capitolo dell’eterno rapporto tra pubblico e privato. È il classico scandalo legato a filo doppio con la visibilità. Per un uomo pubblico, infatti, la visibilità è da sempre l’unico modo per arrivare alla gente.

Ma ha i suoi risvolti negativi. All’aumentare della visibilità aumentano le probabilità che qualcosa sfugga di mano, generando effetti difficilmente controllabili. A ciò si aggiunga che oggi è impossibile controllare le modalità di ricezione e comprensione dei messaggi. Il caso Berlusconi-Lario (2009) è un pilastro di questa materia.

Michel Foucault, nel suo “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”¹, già ci parla del rapporto strettissimo tra visibilità e organizzazione del potere nelle società moderne. Tuttavia, è Thompson a darci una spiegazione esaustiva di questo legame, affermando che può avere un effetto-boomerang. Si possono cioè generare rischi imprevisti:

  • gaffe ed eccessi;
  • partecipazioni negative a programmi televisivi;
  • fuga di notizie riservate o controproducenti;
  • scandali (scaturiti da fughe di notizie) solitamente finanziari o sessuali.

Nel microcosmo denominato “scandali e politica”, la vicenda Fontana è ascrivibile senza dubbio all’ultima voce.

Il governatore Fontana nel corso della seduta di ieri del Consiglio regionale della Lombardia

Gli scandali, per Thompson, sono “l’insuccesso nel tentativo di controllare il rapporto tra comportamenti da ribalta e comportamenti da retroscena”². Informazioni, cioè, che venendo fuori rischiano di compromettere l’immagine pubblica che l’individuo vuole continuare a mostrare di sé. Agli scandali fanno immediato seguito misure difensive atte a limitare i possibili danni che queste informazioni minacciano di causare.

Dal punto di vista dello sviluppo dello scandalo, questo è diviso in quattro momenti:

  • la fase del pre-scandalo. Uno scandalo non ha inizio con la divulgazione, ma con l’atto in sé, che poi prevede le indagini di giornalisti o forze dell’ordine e la pubblicazione della notizia.
  • la fase dello scandalo vero e proprio. La pubblicazione della notizia mette in moto un processo di protesta e contro-protesta che avviene tutto sui media e costituisce lo scandalo mediato.
  • la fase culmine dello scandalo: ammissione di colpa, dimissioni, udienze, difese.
  • la fase delle conseguenze: anche in questo caso, il vero motore sono i media.

Nel caso Fontana, è evidente che siamo già nella terza fase: l’autodifesa in Consiglio regionale.

¹ Foucalt M. (2014), “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”, ET Editore (qui).

² Thompson J. B. (2000), “Political scandal. Power and visibility in the media age”, p. 202 (qui).

³ Qui l’analisi su pubblico/privato, visibilità e scandalo in relazione a Luigi Di Maio.


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