Scandali e politica, alla radice del rapporto
Scandali e politica viaggiano da sempre a strettissimo contatto.
La vicenda che vede protagonista il governatore della Lombardia Attilio Fontana è solo l’ennesimo capitolo dell’eterno rapporto tra pubblico e privato. È il classico scandalo legato a filo doppio con la visibilità. Per un uomo pubblico, infatti, la visibilità è da sempre l’unico modo per arrivare alla gente.
Ma ha i suoi risvolti negativi. All’aumentare della visibilità aumentano le probabilità che qualcosa sfugga di mano, generando effetti difficilmente controllabili. A ciò si aggiunga che oggi è impossibile controllare le modalità di ricezione e comprensione dei messaggi. Il caso Berlusconi-Lario (2009) è un pilastro di questa materia.
Michel Foucault, nel suo “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”¹, già ci parla del rapporto strettissimo tra visibilità e organizzazione del potere nelle società moderne. Tuttavia, è Thompson a darci una spiegazione esaustiva di questo legame, affermando che può avere un effetto-boomerang. Si possono cioè generare rischi imprevisti:
- gaffe ed eccessi;
- partecipazioni negative a programmi televisivi;
- fuga di notizie riservate o controproducenti;
- scandali (scaturiti da fughe di notizie) solitamente finanziari o sessuali.
Nel microcosmo denominato “scandali e politica”, la vicenda Fontana è ascrivibile senza dubbio all’ultima voce.
Gli scandali, per Thompson, sono “l’insuccesso nel tentativo di controllare il rapporto tra comportamenti da ribalta e comportamenti da retroscena”². Informazioni, cioè, che venendo fuori rischiano di compromettere l’immagine pubblica che l’individuo vuole continuare a mostrare di sé. Agli scandali fanno immediato seguito misure difensive atte a limitare i possibili danni che queste informazioni minacciano di causare.
Dal punto di vista dello sviluppo dello scandalo, questo è diviso in quattro momenti:
- la fase del pre-scandalo. Uno scandalo non ha inizio con la divulgazione, ma con l’atto in sé, che poi prevede le indagini di giornalisti o forze dell’ordine e la pubblicazione della notizia.
- la fase dello scandalo vero e proprio. La pubblicazione della notizia mette in moto un processo di protesta e contro-protesta che avviene tutto sui media e costituisce lo scandalo mediato.
- la fase culmine dello scandalo: ammissione di colpa, dimissioni, udienze, difese.
- la fase delle conseguenze: anche in questo caso, il vero motore sono i media.
Nel caso Fontana, è evidente che siamo già nella terza fase: l’autodifesa in Consiglio regionale.
¹ Foucalt M. (2014), “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”, ET Editore (qui).
² Thompson J. B. (2000), “Political scandal. Power and visibility in the media age”, p. 202 (qui).
³ Qui l’analisi su pubblico/privato, visibilità e scandalo in relazione a Luigi Di Maio.