The Covid Dilemma, pure il Pirellone comunica la paura
The Covid Dilemma è la nuova arma di Regione Lombardia.
Giunto, pare, a pochi passi dal lockdown totale¹, il Pirellone (foto in alto) prova a sensibilizzare i cittadini con una campagna di comunicazione ad alto impatto. Il nome prende spunto, com’è evidente, da “The social dilemma”, recente pellicola che mette in guardia dai rischi dell’utilizzo dei social.
Una serie di immagini, ognuna delle quali contiene un invito a osservare le regole per il contenimento della diffusione del virus. Difatti, l’obiettivo è proprio “la corretta diffusione di informazioni utili ai cittadini”, recita una nota. Pare evidente, anche qui, il tema di base: la paura. Un tema esplicito anche, ad esempio, nelle dirette Fb di De Luca.
Dalla campagna “The Covid Dilemma”, si coglie il chiaro riferimento al legame tra libertà individuale e responsabilità morale verso gli altri.
Sullo sfondo – ma neanche tanto – il primario bene comune, la salute dei cittadini. Scorrendo i social, si vede come questa campagna abbia subito non poche critiche dai lombardi.
“Indossare la mascherina o indossare il respiratore?”. “Lavarsi le mani o lavarsene le mani?”. “Evitare affollamenti o affollare le terapie intensive?”. “Essere negativi o negazionisti?”. “Fermare il virus o fermare il sistema sanitario?”.
Una ragazza a volto scoperto a cui si chiede di indossare la mascherina. Una signora con le mani in bella vista a cui si chiede di non pilateggiare rispetto al tema. Un giovane “da movida” a cui si chiede di evitare la folla. Un signore di mezza età a cui si chiede se sia meglio la negatività o il negazionismo. Un altro ragazzo a cui si chiede se sia preferibile fermare il virus o il sistema sanitario.
Sono le cinque domande provocatorie (galleria in basso) che, all’interno di altrettanti cartelli, fanno parte della campagna di comunicazione. Il claim, invece, è sempre uguale: “La scelta è tua, ma le conseguenze riguardano tutti noi. Aiutaci a contenere la diffusione del Coronavirus, prima che sia troppo tardi”.
Il messaggio corre fulmineo dal mittente al destinatario, i cittadini (tutti). Molti hanno definito “choc” questa campagna di comunicazione istituzionale. Noi la reputiamo soltanto diretta. Anche se, come detto, fa leva su un sentimento che muove le masse più di qualunque altro: la paura.
Una serie di domande/messaggi rivolti a un target amplissimo ma paradossalmente definito, che richiamano al senso di responsabilità mettendo in guardia dalle conseguenze. E, anzi, scegliendo una strada che tolga ogni dilemma.
Per diffonderla è stata pianificata una vera “aggressione mediatica”: affissioni, spot televisivi e via web su tutto il territorio lombardo.
¹ Qui l’articolo de Il Messaggero di ieri in merito alla probabile chiusura della Lombardia.