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Minori in affido: il Tg1 e il buon servizio pubblico

02/07/2019

Minori in affido: il Tg1 e il buon servizio pubblico

Minori in affido, dal Tg1 una bella pagina di servizio pubblico.

Abbiamo parlato spesso – e lo faremo ancora – della Rai non in termini esattamente entusiasti (vedi qui).

Stavolta, l’edizione delle 20 di sabato 29 giugno scorso, condotta da Laura Chimenti, ha portato alla ribalta nazionale un caso “sospetto” di affido di minore (vedi qui dal minuto 7:30).

La collega Valentina Di Virgilio ha incontrato una mamma che si è vista portare via il figlio, all’improvviso e con metodi non proprio urbani.

“Ho fatto un solo incontro con il mio ex marito e l’assistente sociale. In un’ora hanno preso il bambino e l’hanno portato via”, dice. La donna, 40 anni, parla in totale anonimato, che anche noi garantiamo: si sa solo che è originaria di un comune del Lazio.

“In Polizia, la stessa assistente sociale ha cominciato a dire che il bambino avesse assistito a fatti gravi, per cui lo teniamo noi”. A nulla sono valse le rimostranze della donna, che da quel 7 giugno può vedere suo figlio soltanto un’ora a settimana e sotto supervisione.

La petizione su Change.org (in basso il link)

L’accesso agli atti le ha fatto scoprire delle “motivazioni che avevano dell’assurdo”, prosegue nel servizio. Il Tribunale dei Minori ha disposto “il collocamento del piccolo presso una casa famiglia, e fino al 30 settembre le cose non dovrebbero mutare”.

Naturalmente, al primo posto nei pensieri di tutti c’è la salute del bambino, 3 anni soltanto, e le conseguenze che potrebbe subire avere su di lui. “Io temo che questo incubo possa essere un trauma irreversibile per mio figlio”.

Come darle torto. Il fatto, verificatosi a ridosso dei disgustosi fatti di Reggio Emilia proprio in materia di minori in affido, ha fatto suonare un ulteriore campanello di allarme.

E bene hanno fatto Tg1 e servizio pubblico a dare eco alla vicenda e alla richiesta della donna.

Nel nostro piccolo, vogliamo cercare di contribuire a quella che reputiamo una giusta risoluzione del caso.

Per questo, riportiamo qui il collegamento all’indirizzo a cui è possibile reperire ulteriori notizie e firmare la petizione, su Change.org, lanciata da Maison Antigone direttamente al capo dello Stato.

Noi lo abbiamo già fatto.


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