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Firme fake contro le fake: il paradosso della petizione Marattin

02/11/2019

Firme fake contro le fake: il paradosso della petizione Marattin

Firme fake per bloccare le fake news.

Sembra un concetto improponibile, e invece è quello che davvero accade. Antefatto. Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, avanza una proposta per combattere il fenomeno degli odiatori anonimi sui social e delle bufale. In pratica, all’atto dell’iscrizione a un social, l’utente consegna un documento d’identità, quasi a mò di deposito cauzionale.

Alcuni giorni fa abbiamo intervistato Pier Luca Santoro (qui), project manager di Data Media Hub, che ci ha detto perchè a suo avviso si tratti di una proposta insensata.

Ma poi abbiamo fatto un giro sul sito di Italia Viva, perché proprio sulle firme fake un sospetto ci era venuto e volevamo verificarlo.

E infatti. Alla voce “Campagne e petizioni” si trova ovviamente anche quella (qui) del buon Marattin. “Basta fake: stop ai profili falsi sui social” è il titolo altisonante. E allora uno che fa? Fa la prova al contrario. Inverte il senso.

Sì, insomma, abbiamo creato un indirizzo mail agganciandolo a un nome inventato, che poi abbiamo inserito nel modulo del sito di Italia Viva. Eccolo, un profilo fake. Esattamente uguale a quelle che Marattin vuole combattere.

Poi abbiamo cliccato su “Sottoscrivi”. Procedimento andato a buon fine e mail di conferma ricevuta (tutto nelle foto in basso).

Luigi Marattin, deputato di Italia Viva: sua la proposta di un documento d’identità per l’iscrizione ai social

Proprio nella mail leggiamo: “I voti saranno ritenuti validi e conteggiati soltanto se provenienti da un indirizzo email reale e funzionante“. L’indirizzo è reale e funzionante, non c’è stata intrusione in altri indirizzi. Ma la persona, semplicemente, non esiste.

A questo punto, naturalmente, viene da farsi una domanda banale ma campale. Ha un senso raccogliere firme senza verificarne la veridicità, l’autenticità e, quindi, la validità?

In un post su Fb, Marattin, tra le altre cose, ha risposto a un’obiezione proprio su questo aspetto: “E allora lo vedi che il sistema non funziona?.

In questo modo, potremmo riuscire tutti ad arrivare a diecimila “firme”. Inoltre, non si capisce perché, Marattin chiede un documento d’identità a chi vuole iscriversi a un social ma non chiede alcuna garanzia a chi firma.

“Proponiamo che anche i social network, per legge e avvalendosi di autorità terze, possano essere messi nelle condizioni di garantire che a un account corrisponda un nome e un cognome di una persona reale, eventualmente rintracciabile in caso di violazione di legge”.

Insomma, le persone dietro gli account devono essere riconoscibili e rintracciabili per legge. Chi firma per favorire questa legge può anche inventarsi nomi e identità.

Tra le 3.661 persone che hanno sottoscritto la petizione c’è anche quella di tale Silvio Sandri. Marattin, quella è una firme fake, e siamo noi.


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