“Facebook è morto”. Sicuri? Questi dati dicono altro
“Facebook è morto”. O almeno è in pessima salute.
L’abbiamo sentita tante volte, questa frase, in particolare da esperti del digitale.
“Facebook è morto” è il mantra che in tanti utilizzano per descrivere la condizione attuale e futura della piattaforma di Mark Zuckerberg.
In realtà, però, prima di pronunciarsi sarebbe bene visionare i dati ufficiali. Lo ha fatto Pier Luca Santoro, project manager di Data Media Hub, che ha pubblicato un’infografica che, elaborando i numeri forniti proprio da Facebook, mostra l’andamento del numero di utenti per ogni trimestre dal 2014 al 2019.
I dati, come si evince dall’immagine in basso, sono divisi in zone geografiche: Usa e Canada, Europa, Asia e Pacifico, Resto del Mondo. C’è poi la voce “Totale” che le racchiude evidentemente tutte.
Dai numeri si evince un elemento di chiarezza estrema. A scapito di quelli che “Facebook è morto”, Facebook non ha mai conosciuto una flessione nel numero di utenti, fatta eccezione per un paio di trimestri che si possono individuare in Europa a metà 2018.
In tutto il resto del mondo, invece, è una galoppata incessante. Fa spavento il dato dell’area Asia-Pacifico, influenzato naturalmente dallo sviluppo senza freni del colosso cinese, che, seppur sotto un rigido controllo, ha aperto all’utilizzo dei social.
In cinque anni (fine 2014-fine 2019) il numero di utenti è aumentato di due volte e mezza, passando da 426 milioni a un miliardo e 13 milioni.
Così come i numeri provenienti dal Resto del Mondo, che comprendono quell’Africa in via di sviluppo e altri Paesi, specie quelli sudamericani, popolosi e vivaci.
Tutti luoghi che hanno conosciuto periodi di svolta socio-politica anche grazie all’utilizzo di piattaforme come Facebook. Si pensi al periodo delle Primavere Arabe in tutto il Maghreb e fino all’Egitto.
Anche qui, nonostante, soprattutto per ragioni economiche, siamo ancora lontani dai dati asiatici, l’aumento è stato quasi del doppio: da 423 milioni a oltre 800.
Un aumento che invece non si registra in Europa e, ancora di più, in Usa e Canada. Se nel Vecchio Continente in un lustro si è passati da poco meno di 300 a quasi 400 milioni di utenti (+30 per cento), in America Settentrionale l’aumento è stato di 40 milioni di utenti (da 206 a 247).
In entrambi i casi, tuttavia, sembra quasi di essere alla saturazione del mercato. Aumenti molto contenuti, ma costanti.
In totale, nei cinque anni in esame il mondo ha quasi raddoppiato gli utenti di Facebook: da 1 miliardo e 350 milioni del 2014 ai 2 miliardi e 450 milioni del trimestre giugno-settembre di quest’anno. Dati che vanno a fare il paio con la decisione di Twitter di dire basta alle sponsorizzazioni di contenuto politico (leggi qui).
Altro che “Facebook è morto”, insomma: da questo punto di vista sembra aprirsi una nuova vita.