Comunicazione (è) Politica

Festa il capopopolo, davvero vince chi polarizza?

31/05/2020

Festa il capopopolo, davvero vince chi polarizza?

Festa il capopopolo e tutti a chiedersi: cosa ci guadagna?

Abbiamo visto tutti le immagini della movida di Avellino (in basso). Assembramenti da far impallidire i gilet arancioni di Piazza Duomo, e guidati nientemeno che dal primo cittadino.

In veste di capoultrà, Gianluca Festa, sulla cui comunicazione avevo già avuto modo di scrivere¹, guida i cori di “orgoglio” contro Salerno, mentre se ne odono altri contro il governatore De Luca, suo avversario da tempo, e scatta foto ricordo con i ragazzi.

A parte la professione di campanilismo, di cui francamente in questo periodo si farebbe volentieri a meno, esiste una evidente questione che riguarda il sindaco. Le sue funzioni, anche quelle sociali, devono trovare una canalizzazione univoca.

Non è possibile parlare di “ripresa nella massima sicurezza” e poi tollerare orde di ragazzi, perlopiù evidentemente alticci, che si abbracciano e cantano senza mascherina. Ovviamente non lo dico da un punto di vista politico, ma da un punto di vista di eco del messaggio.

Un messaggio che è semplicemente fuorviante (e in questo devo dire che è in linea con la maggior parte dei messaggi che le istituzioni hanno fin qui inviato).

Bisogna scegliere, e questo lo sa non solo Festa il sindaco, ma anche Festa il capopopolo.

Gianluca Festa
Gianluca Festa, sindaco di Avellino

Tuttavia l’occasione è troppo ghiotta, e arriva nel solco di una attività comunicativa condotta sul filo della spettacolarizzazione.

Proprio la spettacolarizzazione, la personalizzazione e la privatizzazione sono da sempre caratteristiche delle logiche televisive. Sono state trasferite sulle reti sociali, che i politici, lo sappiamo, utilizzano sempre più per affermarsi nella piazza pubblica. Molti uomini pubblici – Salvini in particolare, ma altri prima di lui – ci hanno insegnato che la capacità di sviluppare controversie può essere lo snodo determinante nell’ambito di una strategia di posizionamento.

È quel fenomeno che Mazzoleni e Sfardini definiscono “politica pop”: “I media sono i motori, i politici sono entusiasti attori”².

Ma non si può polarizzare, spaccare l’opinione pubblica sempre e comunque e a dispetto di tutto e di tutti. In questo caso addirittura della salute pubblica (di cui il sindaco di una comunità è il responsabile).

Dunque, forse Festa ha raggiunto il vero obiettivo che aveva in testa: rinfocolare lo scontro con il governatore.

¹Qui la mia analisi di qualche tempo fa.

²Mazzoleni G. – Sfardini A. (2009), “Politica pop. Da Porta a Porta a L’Isola dei Famosi”, Il Mulino (qui)


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