Di emicicli, appunti supponenti, Calvino e zoomate cercate
di Francesco Napolitano
Il furto di dati, con annessi archiviazione o trasferimento illegale di informazioni personali o riservate.É ritenuto una grave violazione della sicurezza e della privacy, dalle conseguenze potenzialmente gravi per individui e organizzazioni.
Per la cronaca parlamentare, la perentorietà del suddetto monito giurisprudenziale non sembra essere riuscita nell’intento di distogliere i teleobiettivi dal loro orwelliano zoommare sui fatti e sugli atti che scandiscono l’attività politica nel suo fluire.
Se difficilmente i politici riescono trovare riparo sotto l’ombrello della privacy, ciò accade con maggiore difficoltà nell’emiciclo ove non c’è praticamente quasi nulla di segreto e intimo¹, considerando che a favor di telecamera raramente sono sfuggiti sbadigli, pisolini e cattive abitudini registrate al netto di parzialità ideologiche². L’album dei rumors rivelatori, dei particolari sapidi, dei fuori scena colti proprio all’interno della scena, si è arricchito della recentissima inquadratura sulla lista degli aggettivi appuntati da Silvio Berlusconi e dolcemente riservati a Giorgia Meloni, dopo aver incassato un secco no alla nomina dell’onorevole Licia Ronzulli a ministro della Salute.
Non è questo l’unico caso in cui appunti politici vengono scartabellati con voracità dall’occhio del Grande Fratello. Si pensi che pure sono stati anticipatamente colti in flagrante i punti, corretti e rivisti a penna, del discorso che Luigi Di Maio ha tenuto nella conferenza stampa svoltasi nel Transatlantico, in cui ha annunciato la scissione dal Movimento 5 stelle e la costituzione del gruppo Insieme per il Futuro.
In un’altra circostanza, i fotografi sono stati molto abili nel captare il messaggio che Enrico Letta ha reso a Mario Monti a Montecitorio su un foglio di carta intestata della Camera dei Deputati. In occasione del voto di fiducia sul governo tecnico (novembre 2011), l’attuale segretario del Pd ha esplicitamente scritto a Monti di riferirgli “forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno”.
Dal momento che la sete di curiosità e di gossip si è spinta sempre più nel denudare del tutto trattative, mediazioni e lungaggini tipiche dell’ars politica, è stata la politica stessa a correre ai ripari. In passato, Pdl e Lega hanno proposto di mettere al bando macchine fotografiche e telecamere a Montecitorio. Poco tempo dopo, l’ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati ha varato una “norma antizoom” contro fotografi e cameraman, secondo la quale per accedere alla tribuna stampa i fotografi hanno dovuto firmare un modulo e un codice di autoregolamentazione che vieta, pena sanzioni, di immortalare telefonini e lettere dei deputati al fine di mantenere la segretezza della loro corrispondenza.
Ma è giusto che la casa di vetro della democrazia vada oscurata? O è più giusto che essa sia resa cosi tanto accessibile e trasparente da consentire che il contenuto di schermate e display venga ingrandito e che venga rivelata la grafia di pizzini a prima vista indecifrabili? Un’altra domanda ce la poniamo proprio ritornando al recentissimo casus belli da cui ha preso ispirazione questo articolo.
Berlusconi, sordo al desiderio di Alda Merini a cui piacciono coloro che con cura scelgono le parole da non dire, è stato per davvero defraudato dei suoi appunti o li ha volontariamente esposti in bella vista affinché proprio qualche zoom li cogliesse e li recapitasse alla destinataria Giorgia Meloni, rea di “non avere disponibilità ai cambiamenti e di non essere una con cui si può andare d’accordo”?
Se la casta spesso non vuole farci vedere quello che sta facendo, sentendo il bisogno di nascondersi e di secretare le proprie azioni, tuttavia nella querelle in esame ci vengono in mente le parole di Italo Calvino: “Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”.
¹ Qui un pezzo sul pubblico e il privato in politica.
² Qui la proposta di matrimonio di un deputato della Lega.
Salvini e Berlusconi, il silenzio e le parole, la Camera e il caos - Velocità Media
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