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Checco Zalone, il genio (e perché piace a Salvini)

06/12/2019

Checco Zalone, il genio (e perché piace a Salvini)

Checco Zalone ha già dato prova varie volte di tutta la sua genialità.

Non si sente la necessità di averne ulteriore conferma, eppure lui pare ci tenga a farlo.

A dire la verità, tendo a fuggire dalle produzioni che hanno l’unico scopo di fare da traino ad altre. Ma per la sua “Immigrato”, che lancia il film “Tolo tolo”, in uscita il 1° gennaio, ho fatto un’eccezione.

Perché Checco Zalone è l’unico che può permettersi di usare una canzonetta per dare visibilità a una pellicola.

Una composizione banalmente intelligente, arguta e politicamente scorretta nel testo. Orecchiabile nella melodia, con evidenti richiami al Molleggiato e a Toto Cutugno.

Il trionfo del nazional-popolare, insomma, condito da un tema che più attuale non si può, quello dell’immigrazione, appunto. Proprio per questo, scrivere questo pezzo è una corsa contro il tempo e contro la prontezza di Matteo Salvini.

Matteo Salvini nel corso di una diretta Fb

Il quale di sicuro utilizzerà “Immigrato” per uno di quei post in cui si prodiga in lodi sperticate per i prodotti che richiamano gli italici usi, costumi e abitudini.

Come già fatto con altri temi tabù, anche stavolta il geniale comico pugliese – oltretutto grande musicista – utilizza un linguaggio politicamente molto scorretto. In “Cado dalle nubi” e in successivi spettacoli ha trattato il tema dell’omosessualità – ricevendo attacchi dalla comunità gay.

Ora affronta quello dell’integrazione degli immigrati, come fatto in “Quo vado”, prendendolo però “di petto”.

Un tema scottante, che al capo della Lega fa parecchio gioco. Per lui è indispensabile tenere i riflettori puntati sull’argomento, che è anche la ragione principale del risultato delle Europee. Avere la sponda di un personaggio così popolare può essere per lui un modo per “tirare” fino a Natale e oltre.

Ma la canzone è una denuncia strapparisate del fenomeno o una presa in giro di chi “ci marcia”? Conta relativamente, perché Salvini saprà, nel primo caso, fare leva sul consenso inatteso che gli arriva da Zalone, o, nel secondo, trovarsi un altro nemico.

Che – qui abbiamo spiegato perché – sarebbe solo l’ennesimo della lista.


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