L'Italiano Vero

Il Mes tra politica e media: ma alla fine che cos’è?

05/12/2019

Il Mes tra politica e media: ma alla fine che cos’è?

Il Mes tra politica e media: un impasto con un solo risultato. Nessuno sa cos’è.

“Meccanismo salva Stati indispensabile”. “Soldi nostri per salvare le banche tedesche”.

Ormai siamo finiti davvero nel frullatore. Politico, stavolta, più che mediatico. Il Meccanismo Europeo di Stabilità è infatti soltanto l’ennesima conferma di quanta polarizzazione ci sia nel dibattito politico. Amplificata dai media, certamente, ma parte da lì.

Il Mes tra politica e media, dunque, alla stregua dei risultati elettorali, o degli ultimi dati Istat, Ocse o Barometro.

Avete presente le tre di notte del dopo elezioni, quando i politici mettono la testa fuori e commentano con frasi incredibilmente vere? “Un risultato tutto sommato positivo, abbiamo doppiato i consensi delle comunali di Roccacannuccia del 1967”.

E avete presente i dati degli istituti di statistica sulla crescita, la disoccupazione eccetera? “Bene il dato sulla disoccupazione giovanile, che scende do mezzo punto rispetto al 1993”. Insomma, a me il Mes e tutto quello che gli gira intorno ricorda tanto queste cose.

Il pezzo del Sole 24Ore: tempo di lettura 50 minuti

Ognuno la vede a modo proprio, dal suo punto di vista. E niente – niente – è slegato dai rispettivi obiettivi politici che ciascuno ha. Se da destra si punta a togliere lo sgabello all’esecutivo, si urla alla rapina. Se da sinistra si punta a tenerselo stretto, si replica con “responsabilità, europeismo” eccetera.

In mezzo, naturalmente, un elemento insignificante, volgarmente detto popolo, che sembra più un’incudine sotto un possente martello. Perchè non sa, non può argomentare sul tema, non avendone le basi. L’economia – la macroeconomia, in questo caso – non è una partita di calcio, di cui tutti possono discutere il giorno successivo al bar.

Al contrario, è tema troppo complesso, per poterci imbastire una conversazione di senso compiuto senza possederne competenze. Fate una prova. Domani entrate in un negozio e chiedete ai presenti cosa pensino della ristrutturazione del debito sovrano. Se vi va bene vi daranno dell’ubriacone.

Reazione del tutto ovvia, proprio perché concetti così complicati possono essere trattati solo da esperti. Eppure, oggi sono dominanti nel dibattito politico. “Vado a chiarire tutto in Parlamento”, aveva detto Conte. Ci è andato e ha parlato (anche lui) proprio in questi termini.

Il Tricolore e la bandiera dell’Ue al balcone di Palazzo Chigi

Si può obiettare: basta informarsi. Certo. Ci ho provato anch’io, che purtroppo sto all’economia come il Pd sta alla comunicazione politica. Qui si evidenzia il rapporto tra Mes, politica e media.

Che purtroppo neanche sono riusciti a fare tanta chiarezza su un tema che avrebbe potuto (e potrebbe ancora) essere letale per il governo.

Certo lo hanno fatto un po’ tutti, provando a spiegare la sostanza, senza però mai evitare di utilizzare termini troppo tecnici.

Ho cercato su Il Sole24Ore, la testata più autorevole del panorama economico-finanziario, qualcosa che mi spiegasse per bene di cosa stessimo (stessero) parlando.

Ho trovato un pezzo, datato 2 dicembre, dal titolo “Mes, bozza di riforma del Trattato che istituisce il fondo salva Stati europeo”. Tempo di lettura: 50′. Cinquanta minuti. Naturalmente chiuso subito.

Poi ne ho trovato un altro, con i dati di una ricerca di Demopolis: Appena il 9% conosce bene il fondo salva-Stati, a fronte di un 66% che ammette di non aver capito di cosa si parli e un 25% fermo a una conoscenza ‘generica’.

“E ho detto tutto”, per far chiudere a Peppino De Filippo.


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