Comunicazione (è) Politica

Tommaso e Giuseppe, i perché dell’amicizia di Natale

13/11/2020

Tommaso e Giuseppe, i perché dell’amicizia di Natale

Tommaso e Giuseppe è la coppia del momento.

L’idea – che hanno attaccato praticamente tutti – del prode Rocco da Ceglie Messapica ha comunque le sue ragioni.

In sostanza, al di là del giudizio sul fatto in sé, mi sono chiesto perché uno spin doctor scelga di sterzare così bruscamente dai temi in agenda. Che il testo non sia scritto dal bimbo lo capiscono anche le pietre, ma questo si dà per assodato. Ho però trovato tre punti, che provo a evidenziare.

  • CONTESTO. Fondamentale tenere in considerazione il contesto. La divisione del territorio nazionale in tre colori comporta non più un’unica decisione che vale per tutti, ma l’assunzione di venti singole decisioni (o comunque la supervisione su di esse). Dunque, tensioni continue, riunioni – immaginiamo – ad alto volume e così via.

Il quadro è piuttosto chiaro anche all’esterno, all’opinione pubblica. L’aspetto sociale non è del tutto sotto controllo.

Il presidente Conte e la mail inviata dalla famiglia di Tommaso
  • TIME OUT. La pubblicazione della lettera inviata da Tommaso a Giuseppe, da Cesano Maderno a Palazzo Chigi è il classico metodo per abbassare per qualche ora il livello della tensione.

Spostando il focus su questo tema, tutti – come infatti è avvenuto, specie da destra – attaccano il presidente Conte sulla veridicità della lettera. Un colpo molto più facilmente parabile rispetto a quelli economico-sanitari: curva fuori controllo, decisioni insufficienti, decreto ristori bis da limare ancora.

Insomma, si tratta di una pausa, di un time out che Conte si è preso dalla pressione di questi giorni.

  • INGENUITÀ. La politica è infarcita di bambini utilizzati pro-qualcosa. Non è certo questa la prima volta che ciò accade. La voce dei piccoli è una trovata comunicativa che dà forza a una precisa convinzione: un concetto è tanto più vero quanto più ingenuamente lo si esprime.

Poi c’è un dato, tutt’altro che scontato. Tommaso è il primo bambino di questa pandemia a non parlare di scuola. Nella sua lettera non fa cenno a quanto gli manchino le maestre, e questo pare, da un lato, una risposta al “bambino Ogm cresciuto con latte al plutonio” e, dall’altro, l’apertura di un nuovo varco comunicativo: a Natale tutti a casa. Se lo dice un bambino possiamo crederci di più.


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