Social e privacy, il vento sta cambiando?
Social e privacy, magari siamo a una svolta. Magari!
Che succede? Succede che molti analisti hanno registrato un cambio di atteggiamento da parte di alcuni dei cosiddetti Vip. Stiamo parlando non di Very Important Person, come vorrebbe l’acronimo, ma di starlette e calciatori. Che però, oggi, sono quelli che dettano mode e tendenze.
Insomma, è un fatto che alcuni di questi abbiano calato un velo sulla propria vita privata.
Un vero e proprio “alt!” all’ostentazione della propria vita privata. Una svolta nel rapporto tra social e privacy.
Di esempi ce ne sarebbero tanti, come l’attrice polacca Kasia Smutniak – sposatasi senza preavviso – e il calciatore Federico Bernardeschi – che da poco è diventato padre di un bimbo di cui non si conosce né sesso né nome. Strano, nel mondo del pettegolezzo a tutti i costi, anche voluto.
Insomma, un cambio di rotta evidente. Se prima si cercavano spasmodicamente i riflettori e si usavano i social (e la propria famiglia) come “pubblicità gratuita”, ora si cerca la riservatezza.
Un elemento particolare, questo, proprio nel caso di Bernardeschi, compagno di un’ex concorrente del Grande Fratello (abituata e forse vogliosa di spiattellare il proprio privato in pubblico).
L’estate appena trascorsa può essere considerata come il crinale da questo punto di vista. Molte meno immagini del proprio privato, notizie della propria vita. Insomma, non c’è più la ricerca di visibilità a basso costo, ma la ricerca di una riservatezza senza prezzo.
È quella che il professor Davide Bennato, docente di Sociologia dei Media digitali all’Università di Catania, su Starbene definisce “digital detox. Disintossicazione da internet per concentrarsi di più sulla famiglia“.
A questo punto, però, sorge anche il problema della funzionalità dei singoli social rispetto all’utilizzo che se ne vuole fare.
“I dati – prosegue Bennato – restituiscono un calo di Facebook e un aumento invece di Instagram, soprattutto per ciò che riguarda le storie. Considerato che spariscono dopo 24 ore, diventa più facile gestire il rischio-odiatori, di cui ormai queste piattaforme sono piene”.
Insomma, sembra che il futuro possa riservare sempre maggiore attenzione al rapporto tra social e privacy. Meno cura della propria vita personale e maggiore cura dei propri contatti, con pubblicazioni destinate solo ai propri amici, come, appunto, le storie.
“Non a caso – chiude Bennato -, tra i giovani prende piede Telegram, piattaforma simile a Whatsapp ma con la possibilità di lanciare chat segrete“.