Scuole chiuse, via la mascherina a una narrazione fasulla
Scuole chiuse fino al 15 marzo, quindi.
Giubilo tra gli studenti, quantomeno scarsa amarezza tra gli insegnanti. Ma era questo il finale atteso dopo le fasi che hanno caratterizzato quest’emergenza? Sottovalutazione, “sorpresa per i casi”, utilizzo degli idranti per domare il fuoco dell’agitazione.
Se l’ordinanza sulle scuole chiuse servirà a fermare il contagio non lo sappiamo e non abbiamo competenze per esprimerci. Lo speriamo, naturalmente.
Vogliamo però sottolineare un dato che emerge evidentissimo. Si tratta di un provvedimento che sconfessa tutto ciò che era stato fatto finora. E detto, soprattutto. Cancella con un tratto di penna tutta la comunicazione – vogliamo chiamarla così? – istituzionale sul tema.
Se di Conte e della sua (non) strategia abbiamo parlato (vai al collegamento in calce), oggi è il turno di Milano e di Beppe Sala. Una comunicazione istituzionale “molto istituzionale”, quella del primo cittadino meneghino, che cerca di tradurre in fatti il suo ruolo di riferimento della sua comunità.
Una settimana fa, sui propri canali social, Sala pubblica un bel video promosso da “Unione dei brand della ristorazione italiana”. Un prodotto davvero d’effetto, stimolante, motivante, che tocca le corde più sentite dai milanesi e fa breccia nei cuori di chi ama o ammira la città: vitalità, produttività, capacità di reazione, leaderismo, dinamismo, energia, unpassavantismo.
Il video, pubblicato da tutti i veri e tutti i sedicenti vip della Milano da bere, registra subito ottima diffusione. Così come l’hashtag #Milanononsiferma (foto in alto), entrato immediatamente tra i trend topic di Twitter e molto gettonato anche su Instagram. E infatti, a dire il vero in tanti a Milano non hanno smesso di vivere normalmente.
Nonostante le resistenze del governatore Fontana, che se ne andava “in ordine sparso” rispetto alle indicazioni del governo, cominciava a diffondersi nel resto d’Italia la narrazione di una città invincibile. Inattaccabile pure dal Coronavirus, inavvicinabile finanche dai contagi che atterrivano la zona rossa (a soli 40 chilometri).
Insomma, se Giorgio Armani ha sfilato solo per i giornalisti è stato soltanto perché gli spettatori hanno sbagliato palazzo, non per una forma di prevenzione.
Eppure, come mostra la foto di lato, qualcosa non ha quadrato, già prima del provvedimento sulle scuole chiuse, che invia un messaggio di segno diametralmente opposto
Solo due giorni dopo la pubblicazione del video, ci arriva privatamente questo scatto dal mercato del sabato mattina. Il luogo immortalato è il mercato settimanale di via Giovanni Battista Fauchè, in zona Corso Sempione.
Un mercato affollatissimo, di bancarelle, di merce e di gente, sin dalle prime luci dell’alba. Come si vede, sabato scorso non era proprio così. A posteriori, questa narrazione sembra più un modo di esorcizzare la realtà che di raccontarla.
E oggi, infatti, Beppe Sala chiede “investimenti significativi” per il rilancio della città. Perché pure Milano si ferma.