Comunicazione (è) Politica

Salvini e la comunicazione/2: i sondaggi e “il carro del vincitore”

28/11/2019

Salvini e la comunicazione/2: i sondaggi e “il carro del vincitore”

Salvini e la comunicazione, seconda parte.

Ieri (qui) abbiamo scritto di come in questo frangente storico la strategia comunicativa del leader della Lega si sviluppi su due binari. Abbiamo affrontato il primo, quello che si articola sulla campagna di comunicazione denominata “Gattini con Salvini”.

Ma Salvini e la comunicazione, come abbiamo visto, ha anche un altro tavolo di lavoro: quello dei sondaggi.

Pochi giorni fa, Quotidiano Nazionale, seguito da tutte le testate, ha pubblicato i risultati di una ricerca (qui) dell’istituto SWG relativo alle elezioni di gennaio in Emilia Romagna. I dati restituiscono un quadro favorevole al centrodestra, con la Borgonzoni in vantaggio su Bonaccini, e alla Lega in particolare.

Cosa si evince da questo? Si può evincere un bel niente, dal momento che i sondaggi si susseguono quasi al ritmo degli appelli contro i cambiamenti climatici, e che spesso si contraddicono in modo clamoroso.

Oppure si può evincere anche qualcosa, partendo dal dato – non secondario – che questa ricerca è stata commissionata a SWG proprio dal Carroccio.

Dice, che c’entra? C’entra eccome. Perchè, appunto, è il secondo tavolo su cui si muove la comunicazione di Salvini e della Lega in questa fase. È un tavolo più limitato, circoscritto all’Emilia Romagna, dove – è risaputo – si gioca una partita valida non solo per la Regione.

Una simpatica illustrazione della bandwagon nel suo significato originario (non lontano da quello metaforico)

E allora, la strategia del Capitano va a pescare in un effetto molto comune e utilizzato nella comunicazione politica: il bandwagon effect, o effetto carrozzone.

Va detto che tutti ne fanno uso: negli stessi giorni, un sondaggio di Winpoll per il Pd, pubblicato da Il Sole 24Ore, dava i centrosinistra addirittura 14 punti avanti.

Ma in questa fase di analisi su Salvini e la comunicazione ci interessa il suo modo di agire rispetto all’effetto carrozzone.

Si tratta di un fattore che afferisce e sfrutta la sfera psicologica umana, tendente ad adottare un determinato comportamento, atteggiamento o idea perché lo fanno tutti gli altri, o quantomeno la maggioranza. Crediamo che una cosa sia vera soltanto perché lo pensa la maggior parte delle persone.

E saltiamo sul carrozzone, appunto, restando fedeli allo slogan che Dan Rice coniò per le presidenziali americane di metà ‘800. Inventò una campagna elettorale in cui un carro circense con musicisti al seguito (il bandwagon, appunto), girava per le città al grido di “jump on the bandwagon”, “salta sul carrozzone”.

I dati del sondaggio commissionato dalla Lega vanno in controtendenza rispetto a tutti gli altri sondaggi “neutrali”. Questi, al contrario, disegnano uno scenario di sostanziale parità, se non addirittura di leggero vantaggio per Bonaccini.

Ma l’obiettivo è evidente: creare l’effetto traino, convincere che il vento sia inesorabilmente mutato: Umbria-Emilia Romagna-Calabria-Roma. Insomma, dare il senso del treno inarrestabile, su cui salire per non essere investiti.

Come detto, si tratta di una strategia che parte dall’Emilia Romagna per estendersi all’Italia intera.

Il combinato disposto “Gattini con Salvini + effetto bandwagon” viaggia infatti su un piano nazionale, avendo come obiettivo politico (dichiarato) l’equilibrio del governo Conte 2.


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