L’estatizzazione della politica: niente più tregua a Ferragosto
L’estatizzazione della politica e la volontà di dettare l’agenda anche dal mare.Le tre interviste – pressoché identiche – che Giorgia Meloni ha rilasciato ieri alle tre testate più influenti sembrano parlare di questo. Cosa c’è alla base della scelta di rispondere a Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica e della consapevolezza di prendersi, inevitabilmente, le prime del giorno successivo?
Semplicemente c’è la volontà, appunto, di prendersi i titoli e la scena. Pensiamo agli anni scorsi: i giorni prima e dopo Ferragosto erano considerati una sorta di tregua, un patto non scritto di non belligeranza. Eventi enormi come il crollo del Ponte Morandi, in cui le istituzioni tornano per forza di cose al centro della scena, o la campagna elettorale di un anno fa rappresentano un’eccezione. Quest’estate possiamo dire che ci troviamo di fronte alla caduta di questo codice.
Il dibattito, dunque, prosegue senza sosta. L’ultimo filone da una masseria dell’entroterra pugliese e arriva nelle case degli italiani senza la sosta agostana a cui invece erano abituati.
Ecco cos’è l’estatizzazione della politica, o politicizzazione dell’estate. Un fenomeno che non si esaurisce con un’intervista a tre testate. Anzi.
L’esigenza della Meloni sembra essere quella di mantenere alti i toni. La scelta di parlare il 13 “sul” 14 è dettata dalla ghiotta opportunità di andare a coprire dei vuoti mediatici. Salario minimo, tassa sui “margini ingiusti”, gestione dell’emergenza in Emilia Romagna. Accanto alla spiegazione dei provvedimenti, delle scelte e delle fibrillazioni nel governo, il presidente del Consiglio lancia degli attacchi che sa che non cadranno nel vuoto.
E difatti, sul salario minimo Conte replica che la Meloni “fa lobbysmo di Stato”. Bonaccini la attacca sulla gestione dell’immigrazione. L’estatizzazione della politica porta però anche a conseguenze poco piacevoli, con Tajani che – secondo un retroscena di Repubblica di oggi – conferma la posizione critica di Forza Italia sui margini ingiusti.
Dare l’idea di un presidente del Consiglio sempre al lavoro è, probabilmente, il secondo obiettivo. Un presidente che si gode il relax in Valle d’Itria ma che non trascura il proprio ruolo neanche in vacanza.
Con la conseguenza, quasi inevitabile, che l’agenda di settembre potrà dettarla lei.
A questo link alcuni articoli sulla campagna elettorale.