News Velocità Media

La Merkel trema, era così urgente mostrarcela?

11/07/2019

La Merkel trema, era così urgente mostrarcela?

La Merkel trema in prima pagina e tra le prime notizie, nella gerarchia redazionale di ieri.

Tutte le testate – tg, siti, giornali – a fare la corsa per mostrare il malessere del Cancelliere tedesco. Per la terza volta in meno di un mese. Nessuno, a quanto pare, si è posto il problema della discrezione.

Ma era davvero inevitabile mostrare quelle immagini? Innanzitutto, come giornalisti non possiamo che rifarci al Codice deontologico del 1998.

Assodato che, in tutti e tre i casi, il fatto è avvenuto in pubblico e nel pieno esercizio della professione giornalistica, il riferimento va all’articolo 6, che introduce il concetto di relazione tra privacy e personaggi pubblici.

Riportiamo due dei tre commi:

  1. La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata quando l’informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti.
  2. La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica.

Insomma, la riservatezza di personaggi pubblici non può non essere attenuata rispetto a quella delle persone comuni. Naturalmente, le informazioni non devono assumere carattere di pettegolezzo. Cioè di notizie che nulla hanno a che vedere con la descrizione dell’evento e nulla di interessante aggiungono alla comprensione dell’ambiente in cui l’evento è maturato.

Un arrestato: manette ai polsi coperte dal giubbino

Qui mi sono posto il problema. Era necessario mostrare – una, due, tre volte – le immagini del malessere che trema? Una descrizione oggettiva e particolareggiata non sarebbe stata sufficiente? Oppure, in ossequio al valore della completezza dell’informazione, far vedere il tremore della Merkel era indispensabile?

Sono domande che mi sono posto. Tuttavia – lo abbiamo detto ieri qui parlando di giornalismo costruttivo – a farla da padrone oggi è la spettacolarizzazione della notizia, oltre che l’ossessione-compulsione per il primato temporale.

Arrivare prima degli altri o, quantomeno, dove arrivano gli altri. Evitare il rischio che gli altri mostrino o facciano qualcosa che io non mostro e non faccio.

Eppure, sull’altare della riservatezza si sacrifica di tutto: mi vengono in mente i polsi ammanettati. Certo, lo prescrive l’articolo 8 del Codice Deontologico. Che però vieta anche, “salvo rilevanti motivi di interesse pubblico o comprovati fini di giustizia e di polizia”, di riprodurre immagini e foto di persone in stato di detenzione.

Invece, quante volte vanno tranquillamente in onda immagini o vengono pubblicate foto di un arrestato con i ferri (seppure coperti o oscurati)? O di detenuti portati via da operatori delle forze dell’ordine e assolutamente riconoscibili, senza che nessuno abbia alcunché da ridire?

Dunque: la Merkel trema, era così urgente mostrarcela?


    Written by:



    Leave a comment

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *