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Digital first, La Stampa ci prova: sfonderà?

18/02/2020

Digital first, La Stampa ci prova: sfonderà?

Digital first dal 3 marzo, La Stampa prova a fare da precursore.

Il quotidiano torinese è infatti il primo in Italia a seguire la teoria secondo cui le notizie vanno pubblicate in primo luogo sui nuovi canali mediatici. Quindi, precedenza a sito e app, a scapito naturalmente del cartaceo.

Il giornale di Maurizio Molinari, insomma, si muove sulla scia di quelle analisi che, da un po’ di tempo, registrano un netto avvicinamento degli italiani alla comunicazione digitale (vedi collegamento in calce).

E allora, si può dire che il digital first in salsa sabauda sia un colpaccio?

Potrebbe esserlo. A parlare saranno naturalmente i risultati – di utenza e di fatturato -, ma altrettanto naturalmente possiamo affermare che si tratti di una svolta. Priorità al digitale vuol dire attenzione massima ai dati provenienti dall’utilizzo dei dispositivi da parte dei lettori.

Notizie, inchieste e approfondimenti riguardanti: tutto teso alla conquista di abbonati. Infatti, il prodotto non sarà aperto, ma a pagamento.

Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa” di Torino

I “menu” che La Stampa proporrà agli utenti saranno selezionati in base ai pubblici di digitale e cartaceo. Pubblici che non sono sovrapposti, e i cui gusti fungeranno da stella polare nelle scelte editoriali. La classica profilazione digitale, quindi, applicata stavolta all’informazione.

Si tratta, come afferma lo stesso direttore Molinari, di una rivoluzione. Non soltanto dal punto di vista organizzativo – dall’organico, distribuito tra Roma e Torino, alle turnazioni fino alle quattro riunioni quotidiane – ma anche dal punto di vista dell’offerta editoriale.

La scommessa vera sarà raggiungere l’armonia tra le due redazioni – digitale e cartacea -, che verranno integrate (per tutte le novità, vai al secondo collegamento in calce).

Non sarà affatto semplice, anche considerando il fatto che il Cdr non ha preso bene la scelta, comunicata senza preavviso, di trasferirne alcuni da Roma a Torino. Una reazione dettata senz’altro dalla complessità del progetto.

Il digital first è un prospettiva innovativa e interessante. Ma è senza dubbio una scommessa.

  • Qui i risultati delle rilevazioni di Istituto Piepoli, pubblicati. nel volume “L’Italia che comunica in digitale – edizione 2019” (Bonanno editore), dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale (PA Social – Istituto Piepoli).
  • Per tutte le novità de La Stampa, clicca qui.

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