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Exor su Gedi: il giornalismo è vivo, quello digitale di più

02/12/2019

Exor su Gedi: il giornalismo è vivo, quello digitale di più

Exor su Gedi, l’affare dovrebbe concludersi oggi.

Che vada in porto o meno – e con ogni probabilità andrà in porto eccome -, quello che interessa sono due elementi:

  • la ragione alla base di questa scalata da parte della “cassaforte della famiglia Agnelli“;
  • le intenzioni di Exor rispetto allo sviluppo di un grande gruppo editoriale.

Sul primo punto, lo spunto ce lo fornisce il sempre puntuale Pier Luca Santoro nell’ultima edizione di Digital Media Sunday Brunch (qui), sul suo Data Media Hub.

Insomma, il dato è: Exor su Gedi in parallelo alla sempre più probabile fusione FCA-Peugeot.

Un elemento che restituisce qualche certezza. Il sistema mediatico ha un grande valore; ciò vale, in casi come questo, in particolare per il giornalismo; gli Elkann ne sono consapevoli.

Copie di Repubblica e La Stampa

In pratica, un’operazione industrial-finanziaria piuttosto discussa come questa, necessita, in parallelo, di un accompagnamento mediatico. Di un modo, cioè, per costruirne una narrazione positiva da offrire all’opinione pubblica.

L’offerta al gruppo CIR dei De Benedetti – dilaniati a loro volta da una guerra padre VS figli – porterà Exor a detenere la maggioranza assoluta di Gedi.

“Elkann, infatti, è già azionista al 6.2% del Gruppo GEDI e, quindi, se rilevasse, come pare, le quote di CIR, salirebbe al 52%”, scrive Santoro. C’è poi tutto un gioco di incastri e di “compro qua e vendo là” che non porterebbe a un eccesso di concentrazione di interessi, e che sempre Santoro spiega benissimo nel suo pezzo.

A prescindere da cambi e sostituzioni alla guida delle varie testate – che probabilmente ci saranno -, ciò vuol dire, appunto, totale controllo del giocattolino.

John Elkann, presidente di Exor

Qui veniamo al secondo punto. Perché “fonti vicine a Exor” fanno trapelare i punti fermi del piano di sviluppo pensato per Gedi. Autonomia redazionale, nessuno scorporo di Repubblica e delle radio (su tutte, Radio Capital), volontà di puntare sulle potenzialità del digitale.

Quest’ultimo elemento – puntare sul digitale – fa capire la volontà e le modalità di gestione del gruppo da parte di Exor. Gli Elkann hanno ben compreso, come scrive sempre Santoro, “che con l’affare Fca-Peugeot verso la finalizzazione, i giornali gli servono.

Ma messe insieme le due cose, ecco la ragione di Exor su Gedi.

L’obiettivo non sarebbe tanto la carta, quanto lo sviluppo ulteriore dei portali e, in generale, di servizi digitali. Stando ai risultati di ricerche di pochi mesi fa, la rete è la fonte più utilizzata per reperire informazioni (qui).

Inoltre, il sito di Repubblica è tra i più letti in assoluto, mentre il quotidiano, come tutti gli altri, perde centinaia di migliaia di copie al giorno in pochi anni (qui).


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