I numeri di Conte: tra social, gradimento e narrazione
I numeri di Conte sono numeri tutt’altro che irrisori.
Sono cifre che fanno impallidire, per uno che è in politica da quattro anni. Viste da un’altra angolazione, sono anche contrastanti. Vediamo perché.
Il presidente del M5S viaggia infatti su livelli elevatissimi. Ciò vale quantomeno per le piattaforme social e l’ingaggio che riesce a creare ad ogni contenuto pubblicato. Un’eredità che gli proviene in gran parte dall’esperienza a Palazzo Chigi.
Se prendiamo in considerazione il solo Facebook, l’ex premier è secondo soltanto a Matteo Salvini. Il leader della Lega guida la classifica con 5 milioni di seguaci. Conte si ferma a 4,5, con un distacco siderale da tutti gli altri.
Di Maio completa il podio con 2,5 milioni. La Meloni si ferma a 2,3, poi via via Renzi e Berlusconi (entrambi a 1,1), Calenda a 272mila, Speranza con 262mila e Letta con 139mila seguaci. Ho scritto in diverse circostanze delle modalità per me molto discutibili che hanno portato Giuseppe Conte a numeri così elevati (vedi qui). Utilizzo sfrenato e inopportuno dell’account personale e non dell’account di Palazzo Chigi, ad esempio.
Una scelta che, due anni e mezzo fa, ha garantito un esplosione di “mi piace”: oltre due milioni in più (il 194%) in due mesi. Si tratta, banalmente, dell’ampliamento della platea a cui poter parlare. Il tutto a costo zero (nemmeno un post fu sponsorizzato).
Ho approfondito tutti questi temi all’interno del mio libro “Virus, comunicazione e politica” (qui), nel capitolo che ho dedicato all’ex capo del governo.
In questa fase interessa sapere come, tra i numeri di Conte, ce ne siano alcuni in netta flessione.
Il riferimento è naturalmente al gradimento personale. Durante la pandemia – e quindi da presidente del Consiglio – questo indice era schizzato ben oltre il 60%.
Gli ultimi dati di Istituto Piepoli, invece, ci restituiscono un gradimento personale in picchiata. Da febbraio 2021 a pochi giorni fa, Conte ha perso addirittura 18 punti, passando dal 57% al 39%. Un calo che si può interpretare con la fine di quel fenomeno che gli americani chiamano rally around the flag. Tuttavia, va aggiunto che non è il solo a perdere: anche Letta scende, pur se di 11 punti (dal 47% al 36%), così come Salvini (meno 7, da 30 a 23), Berlusconi (meno 4, da 24 a 20) e Di Maio (meno 2, da 30 a 28). Sale soltanto Giorgia Meloni, anche se solo di un punto, da 31 a 32. Il gradimento di Draghi è il più alto (64%).
Da questi dati, e in particolare considerando i numeri di Conte, emerge un aspetto specifico: la difficoltà estrema da parte di Conte e del M5S di costruire una narrazione “altra”, alternativa a quella proposta quando era presidente del Consiglio.