È la cloaca, bellezza. Le curve, i cori e l’onore di un carabiniere
Una volta queste cose si sentivano (forse) soltanto nei bar. Dopo la settima mezza grappa buttata giù a metà mattinata.
Se vuoi conoscere gli umori della “ggggente”, oggi ti basta scorrere Fb e coglierne il delirio. Ieri l’ho fatto, purtroppo. E ho visto cose che voi umani non potreste mai immaginare, per parafrasare Rutger Hauer in Blade Runner.
Ieri notte, un ragazzotto americano ha ucciso con otto coltellate un nostro carabiniere, il vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Questioni incrociate di droga, scippi, etorsioni, nel contesto trasteverino di una Roma che pare precipitare sempre più verso l’abisso.
Le prime notizie addossavano la responsabilità a due spacciatori nordafricani. Quindi sulla cloaca di Fb si sono scatenate le onde. Quella anti-immigrazione e quella opposta: in un attimo la questione è infatti diventata politica.
Da “sono sempre loro”, a “li avete accolti tutti”, a “la colpa è di Salvini che li ha buttati per strada e non gli ha fatto fare percorsi di integrazione” fino a “non toccate i migranti”. Ho letto di tutto. I responsabili del fatto sono diventati a poco a poco albanesi, poi italiani, infine nordamericani.
La lotta da bar di piccolo paese dopo la settima mezza grappa di metà mattinata, che immediatamente si è scatenata, ha fatto passare in secondo piano l’atroce tragedia di un uomo, di sua moglie sposata 43 giorni prima, di una famiglia devastata, di una divisa, di un ideale, di un’Arma, di una Patria. Tutto miseramente accoltellato da guerre improvvisate e quantomeno premature.
A mezzogiorno di ieri, Roberto Saviano scrive così: “La morte di un Carabiniere in servizio non può essere usata come orrido strumento politico contro i migranti. Delinquenti politici che, per allontanare da sé i sospetti sui crimini commessi, non esitano a usare i più deboli tra voi, e i più esasperati (ognuno ha una ragione per esserlo), per alimentare sentimenti razzisti che non hanno ragione di esistere”.
Giorgia Meloni, invece, cinguetta: “Carabiniere di 35 anni ammazzato a coltellate a pochi passi dal Vaticano. Provo rabbia e tristezza, l’Italia non può essere punto di approdo di certe bestie. Spero questi animali vengano presi e marciscano in galera”.
Con un’attività investigativa in pieno svolgimento, non sarebbe opportuno (e intelligente) attendere almeno un arresto, la dichiarazione ufficiale di un ministro o di un responsabile delle indagini?
Certo che sì. Ma è la cloaca, bellezza. E la cloaca porta dritti a questo. Alla polarizzazione delle fazioni. Che diventano vere e proprie curve da stadio.
Ci sono quelli che sperano che alla fine si tratti di due nordafricani e ci sono quelli che sperano che invece siano altro. Va bene tutto ma nordafricani proprio no.
L’obiettivo è lo stesso per entrambi i gruppi ultras. Cioè che al triplice fischio dell’arbitro possano dire di aver vinto e prendere in giro l’avversario, deriderlo, urlargli “avevo ragione io”, “tutti a casa!” oppure “non parla più nessuno”.
Ma che schifo è tutto questo? Che schifo di realtà è questa realtà dove la morte dello Stato, per di più una morte atroce e barbara, viene spostata e messa nell’ombra perché c’è un ministro da abbattere o un fenomeno da combattere?
Il virtuale che poi, inevitabilmente, si trasferisce nel dibattito reale – basta dare uno sguardo ai quotidiani o seguire un qualunque tg – innesca un cortocircuito che sotto il mantello della smania di appropriarsi di un tema nasconde la gravità inaudita del fatto, quasi disonorando il nome di un Caduto.
Ma non preoccuparti, Mario. Per chi si sforza di osservare con lucidità e aspettare prima di parlare, il tuo cuore colpito e silente resterà il cuore nobile dell’Arma.
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