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Disabilità, nuovi media e webradio: Stefano ci insegna ad amare la vita

10/06/2019

Disabilità, nuovi media e webradio: Stefano ci insegna ad amare la vita

Disabilità, nuovi media e webradio. Può mai essere che queste tre parole trovino posto nelle stesso discorso?Sembra strano, e lo sembrava anche a me fino a pochi giorni fa. Non mi ero mai soffermato a pensare a quanto i nuovi strumenti mediatici potessero concretamente aiutare la vita di persone meno fortunate.

Poi, naturalmente via Facebook, ho conosciuto Stefano Pietta.

Bresciano di Manerbio, 35 anni e una webradio, SteradioDj.

Come ne esistono a migliaia in tutt’Italia, certo. Ma il suo non può non essere un caso particolare. Particolare e super-ammirevole. Stefano è un ragazzo con disabilità, trascorre la propria vita in braccio a una sedia a rotelle. Ma parlare con lui è come spiaccicarsi a terra dopo che il paracadute non si è aperto. Il suo animo e la sua predisposizione alla vita sono semplicemente un esempio.

Ne hanno messi di dischi dagli anni in cui i deejay iniziavano a fondare le radio libere, con quel tocco di genuina solarità. Un fenomeno che può essere traslato tal quale alla rete. Perché la radio è il media che forse meglio degli altri si è adeguato alla incredibile rivoluzione digitale dei nostri tempi. E in casi come quello di Stefano sono addirittura determinanti per farlo sentire vivo, utile, per fare in modo che possa fissarsi un obiettivo. Insomma, messi di fianco alla disabilità, nuovi media e webradio, stavolta, mostrano la loro faccia bella e utile.

Stefano con Emma Marrone

In tutto questo, i media hanno giocato una partita fondamentale. I tanto bistrattati media – per la precisione i nuovi media – hanno avuto un ruolo del tutto positivo. “Io ho voglia di spaccare il mondo, è come se la mia condizione mi avesse caricato a pallettoni. E questa radio me lo consente”.

Stefano, ti va di raccontarmi la tua storia?

Certamente. Sono nato prematuro, al sesto mese di gravidanza. Una momentanea interruzione di ossigenazione ha causato danni all’apparato motorio, fortunatamente non a quello cerebrale. Vivo quindi dalla nascita con una disabilità motoria chiamata tetrapresi spastica, che però non mi ha impedito di frequentare le scuole dell’obbligo con una programmazione normale. Mi sono diplomato con 99/100 presso un Istituto Tecnico per i Servizi Commerciali. Dopodiché ho lavorato part-time per una fonderia, ora lavoro per un’altra fonderia sempre da casa, sempre a tempo indeterminato e sempre nel settore dell’inserimento dati.

Insomma, una condizione che non sembri vivere come una limitazione, o una costrizione.

Tutt’altro. La vedo come uno sprone a mettermi in gioco, a fare il meglio che posso per vivere nel miglior modo possibile. Non mancano i momenti di scoramento, quello è chiaro, ma tutto sommato sono un tipo molto positivo. Ho molti hobby, tra cui proprio quello della web radio.

Come hai deciso di avviare Steradiodj?

Da sempre sono un appassionato di questo mezzo di comunicazione. Nel 2013 ho rotto gli indugi e ho dato vita al mio progetto. Sin dall’inizio, i miei obiettivi sono sempre due: sensibilizzare chi mi ascolta rispetto al tema della disabilità e fare nuove amicizie, nuove conoscenze, allargare la mia mente. Oltre, ovviamente, a proporre buona musica. La mia preferita è quella italiana.

Il tuo caso può essere visto come il caso di un ragazzo meno fortunato che nei nuovi media ha trovato un vantaggio?

Per carattere non sono uno che si chiude, ma sono portato a uscire, a frequentare gente. Di certo, però, la radio amplifica questo mio aspetto caratteriale, questa mia indole. Non si può negare che sia un grandissimo veicolo per migliorare la nostra vita sociale.

Stefano in un momento di relax

Ma non ti limiti alla webradio. La tua azione è molto social: Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram. Insomma, i nuovi media giocano un ruolo decisivo nella crescita del tuo progetto.

Sicuramente. Anche perché – è bene ricordarlo sempre – la radio non ha una frequenza FM, ma è ascoltabile dal sito, dalla pagina Fb, scaricando la App per Android e per Apple. Per cui si può dire che ho proprio puntato sui nuovi media per il mio progetto. (Vedi in basso per gli indirizzi)

Non solo tenere impegnato te, ma anche i tuoi spettatori, considerato che spesso le tue notizie riguardano il mondo della disabilità. Un modo per farli sentire meno soli.

Sì, cerco di coinvolgere tutti, anche perché la disabilità sembra ancora quasi un tabù oppure, quando se ne parla, spesso la si fa in maniera un po’ troppo avventata. Non a caso ripeto spessissimo ai miei spettatori di farsi sentire, di contattarmi. Tengo moltissimo a questo aspetto. La radio non è che un ponte per creare conoscenze, amicizie.

E sei riuscito a coinvolgere anche musicisti celebri. Con un jingle o un’intervista, in tanti si sono avvicinati a te.

Sì, è vero. Sono appassionato di musica leggera italiana, e tanti dei migliori interpreti si sono appassionati al mio progetto: da Giorgia a Jovanotti, da Francesco De Gregori a Ligabue, da Gianna Nannini a Max Pezzali fino a Emma e Malika Ayane. Ma in genere in radio ospito, attraverso delle conversazioni, personaggi di vario genere. Sia direttamente in studio che da remoto.

Le tue trasmissioni sono sempre in diretta e dalla stanza di casa tua. Quanto e come ti impegna la giornata la gestione di Steradiodj?

Mi impegna il giusto. Perché quando sono in casa faccio interventi, tratto dei temi, segnalo delle notizie o dei siti, lasciando sempre all’ascoltatore la libertà di farsi un’idea. Quando non ci sono, un programma installato sul Pc lavora per me e provvede alla messa in onda.

Il logo di SteradioDj

Disabilità, nuovi media e webradio: quando utilizzarli correttamente può davvero azzerare le distanze.

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