Camilleri, pure l’Italiano in lutto cittadino
Camilleri muore, e il fatto causa una devastazione morale collettiva che travalica addirittura l’Oceano.
Ergo, perché pensare che il suo paese natale, Porto Empedocle, potesse rimanerne immune? Ha fatto letteralmente il giro del mondo – più o meno quanto la notizia della sua fine – il manifesto che l’amministrazione comunale ha scritto e fatto esporre per comunicare la decisione del lutto cittadino.
Un manifesto che sa quasi di beffa, considerata la levatura culturale del personaggio. Colpa forse dell’enorme dispiacere, ma spiccano come brillanti, infatti, errori ortografici in sequenza. Una collezione che una solerte insegnante delle Scuole Medie, quale proprio Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle, avrebbe sottolineato in un blu parecchio marcato.
E invece. “E” al posto di “È”, “sicinialità” al posto di “sicilianità”. Addirittura “fù” scritto con l’accento. Un obbrobrio in piena regola.
Non è soltanto questo che interessa, tuttavia. Perché ci sono da sottolineare due fattori.
- La sconnessione totale tra obiettivo finale – l’omaggio a uno scrittore che ha dato fama e prestigio a quel luogo – e risultato finale: un disastro assoluto.
- La ovvia conseguenza che tutto ciò ha causato: amministrazione comunale messa del tutto in ridicolo e notizia del lutto cittadino messa del tutto in ombra.
Eppure, si tratta di una banalità che insegnano proprio negli anni dell’adolescenza scolastica. Quantomeno per quello che mi riguarda, alle medie mi facevano rileggere un testo almeno trenta volte, prima di consegnarlo. Addirittura, la mia professoressa diceva: “Dopo averlo letto dall’inizio alla fine, leggilo dalla fine all’inizio. Vedrai che troverai errori che non ti aspetti“.
Naturalmente, è subito partito il rimpallo di responsabilità. L’amministrazione ha incolpato la tipografia, che però ha ribattuto di aver solo ricopiato il testo ricevuto. E ha aggiunto: “Ci siamo accorti di alcuni errori, ma ci sono sembrati insignificanti. Tanto clamore è ingiustificato“.
Insomma, qua è certo che il testo non sia stato letto né dall’inizio alla fine, né dalla fine all’inizio.
La domanda, alla fine di tutta questa filippica, è una sola: come l’avrebbe presa Camilleri?