Berlusconi, dove smarcamento è visibilità
Berlusconi torna a prendersi un pezzo della scena politica*.
Insomma, l’ex presidente del Consiglio sgomita e occupa una parte del flusso informativo. Lo fa su uno dei temi più controversi di oggi, ovvero il Mes. Diversamente dagli alleati di centrodestra, egli utilizza il Fondo Salva Stati per marcare una differenza, subito ripresa, amplificata e difusa da tg e giornali.
Si tratta di una distinzione non di poco conto. In termini di linguaggio, di comunicazione e, conseguentemente, di posizionamento politico.
È uomo troppo scaltro e osservatore troppo attento per non capire che nel centrodestra si sta verificando una sorta di tsunami del consenso (ne scriverò approfonditamente domani). La lotta – neanche troppo sotterranea – per prendersi la leadership potrebbe portare qualcosa nel salvadanaio di voti di Forza Italia.
“Sono un patriota e un europeista”, ha affermato mettendo nella stessa frase due concetti che Lega e Fratelli d’Italia si stanno invece sforzando di far passare quasi come antitetici e impossibili da far convivere.
Berlusconi, dunque, si smarca, occupa una posizione autonoma e vota il Mes.
“Ma niente appoggio esterno e guai a mettere in discussione l’alleanza di centrodestra. Però non è tempo di piantare bandierine“, afferma riferendosi soprattutto a Salvini (al collegamento in calce la mia analisi proprio sulla comunicazione del leader della Lega in queste settimane).
Il che, nel politichese stretto, vuol dire che Silvio mette sul tavolo una carta da giocare in vista di discussioni future (ma certe) con gli alleati. Sembra oltretutto che i sondaggi, da sempre unica, vera stella polare del Cavaliere, ne premino coraggio e capacità di iniziativa.
Anche perché, in un dibattito dalla cifra così drammaticamente tecnica, è in dubbio che tutti siano in grado avere una posizione chiara su contenuto e conseguenze dell’applicazione del Mes. E allora basano il gradimento su altri fattori, più vicini all’aspetto personale e leaderistico che non a quello politico e contenutistico.
Parafrasando Luca Carboni, Silvio lo sa. E dall’esilio volontario di Nizza, una sorta di comodo salotto cui sembrava destinato e da cui pareva dovesse osservare i ventidue giocatori, concretizza l’ennesima “discesa in campo”. Sfugge come un’anguilla all’immobilismo e alla contemplazione, fa il ventitreesimo e, al solito, spariglia le cose.
Non cerca il compromesso con gli alleati ma anzi ostenta uno “scontro soft”. Gli obiettivi sono lì. Governo di unità nazionale a fine emergenza e nuovi equilibri all’interno della sua stessa coalizione.
*Con questo focus sulle mosse del Cavaliere avviamo una breve analisi sulle strategie comunicative dell’opposizione.
- Qui la nostra analisi sulla comunicazione di Salvini in queste settimane
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