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Agi, Sechi dirige: tra brand journalism e degretizzazione

25/06/2019

Agi, Sechi dirige: tra brand journalism e degretizzazione

Agi, Sechi è il nuovo direttore.

L’ex de Il Tempo, Il Giornale, L’Unione Sarda, Libero e Panorama, nonchè cofondatore del blog List, sarà dal 1° luglio al vertice editoriale dell’agenzia di stampa di Eni. Ricopre il medesimo ruolo nei due periodici cartacei del gruppo, “WE – World Energy” e “Orizzonti”.

Già, proprio l’Ente Nazionale Idrocarburi. Quello creato da Enrico Mattei nel secondo dopoguerra sotto l’egida pubblica. Non un’iniziativa, non un’azienda, bensì uno Stato nello Stato. Presente in 73 Paesi del mondo con oltre 33mila dipendenti. Un colosso.

Come abbiamo scritto nella recensione all’ultimo saggio di Roberto Zarriello (vai qui), sempre più aziende intraprendono la strada di una comunicazione che viene da dentro. Una redazione interna.

Quello di Eni con “We – World Energy” e “Orizzonti”, prima, e ora con Agi (qui per il sito), infatti, è l’esempio plastico di una grandissima accelerazione dulla strada del brand journalism. Redazioni super-sviluppate e super-competenti che mettono le proprie abilità giornalistiche al servizio di un marchio, per diffonderne valori e capitale culturale.

Da questo punto di vista, Agi ha fatto mostruosi passi in avanti. Si pensi allo sviluppo di Agi Factory (qui), il primo brand journalism lab dedicato alle aziende, il cui claim“La verità conta” – svela tantissimo del progetto.

Storia tutt’altro che semplice, insomma. Ma tant’è, i professionisti sono tali per questo.

Insomma, per Sechi una nuova avventura. Complicata. Per almeno un paio di ragioni:

  • perché c’è da dare seguito a un lavoro maestoso fatto sul digitale da Riccardo Luna, dal suo condirettore, Marco Pratellesi (che passano in Eni con nuovi incarichi in ambito di innovazione digitale e formazione), e dal Responsabile digital communication & project development, Daniele Chieffi (saldamente al proprio posto);
  • perché bisogna operare in una fase in cui la società, per moda, per convinzione o per convenienza,si sta vistosamente “gretizzando”.
Mario Sechi, dal 1° luglio direttore di AGI – Agenzia Giornalistica Italia

Si producono idrocarburi, dunque s’inquina. Perciò, anche nel nuovo ruolo di direttore di Agi, Sechi e il suo lavoro saranno votati a una sorta di demistificazione dell’azione di Eni, nel mondo come in Italia. Non va dimenticato che proprio Eni ha in corso una serie di attività estrattive in alcune zone “sensibili” dello Stivale.

Un’attività che già ha preso il via con Luna. Video su tematiche ambiente-correlate: mari puliti, sciami d’api in libertà, pulizia dalla plastica. Una linea che, unitamente allo sviluppo serio e lineare di temi politici, economici, sociali, è strapiaciuta ai lettori. In un anno (maggio ’18-maggio ’19) gli utenti sono raddoppiati da 2,5 a 5 milioni.

Si pensi alla Basilicata, dove l’offensiva ambientalista sta montando sempre più e sta nuocendo seriamente all’immagine di Eni in quella zona. Ecco, la chiamata di un giornalista competente, esperto, abile, che possiede e governa trucchi e segreti dei media, può leggersi proprio con questa lente: più attenzione al prodotto giornalistico e consolidamento dello sviluppo digitale.

Fine di un (eccellente) lavoro più prettamente editoriale – in senso soprattutto digitale, come abbiamo visto -, e passaggio alla fase successiva: completamento di un’attività di fine sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Con l’arrivo all’Agi, Sechi porterà quindi la grande attenzione da parte della Casa editrice alla parte giornalistica ma altrettanta a quella  delle relazioni extra-redazionali.

Sechi è un pluri-rapportista – ex candidato con Scelta Civica di Monti, intrattiene buone relazioni con Forza Italia, con Berlusconi e con la Lega di Salvini -. Qualità che oggi conta quanto l’essere una buona penna, e che non tutti valutano a dovere.


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