Sarri e Poste, ovvero le due facce della comunicazione
Sarri e Poste Italiane è un qui pro quo che ha tenuto banco nella giornata di ieri.
“A gioco fermo” possiamo mettere qualche punto alla vicenda. Che il tecnico della Juve fosse poco avvezzo a imbrigliare certi suoi pensieri non è una novità. Alle volte, però, pare quasi voler risultare a tutti i costi simpatico, finendo o per risultare l’opposto o per fare danni.
Nella conferenza stampa di ieri ad alcuni non è risultato simpatico. Per molti (quasi per tutti) ha fatto danni, chiamando in causa Poste Italiane, azienda in cui a suo avviso non c’è pressione perché non ci si sente sotto esame (video in calce).
Si dice che molto spesso gli allenatori cerchino di provocare la polemica dal nulla per attirare tutta l’attenzione su di sè e isolare la propria squadra in un periodo un po’ così. Ed effettivamente è il caso della Juve.
Ma non crediamo che la querelle tra Sarri e Poste sia nata con questo fine. No. È nata perché Sarri non ha la vaga idea di cosa voglia dire comunicare.
Gli piace da morire porsi in maniera rude, nuda e cruda, senza filtri né condizionamenti. Si pensava che alla Juve sarebbe stato molto più attento a questo aspetto, e invece continua a comportarsi come se allenasse ancora la Sangiovannese (con tutto il rispetto).
Di fronte, stavolta, si è trovato un colosso. Poste Italiane – e in particolare l’Ufficio Comunicazione – non ha aspettato un momento a replicare, e lo ha fatto con stile, garbo, ironia, nettezza. Oltre a fornire tante informazioni che magari l’utente medio non conosce.
In questa circostanza, l’azienda ha mostrato davvero, nella parte relativa alla comunicazione, grande efficacia ed efficienza. Per molti è stata esagerata una risposta ufficiale a una battuta di tre secondi. La realtà che si è colto il momento per sfruttare il traino concesso da un personaggio noto (meglio se del mondo del calcio, meglio ancora se della squadra più in vista d’Italia).
Il tutto per far parlare di sé. Gratis.
Ricordate quella circostanza in cui il social media manager della pagina Fb “Inps per la famiglia” perse le staffe per l’ondata di richieste sul Reddito di cittadinanza (vedi collegamento in calce)? Ecco, quello è un caso da non imitare mai.
La professione di social media manager è complicata, difficile, specie nell’ambito pubblico.
E la replica di Poste Italiane all’allenatore della Juve, invece, si pone invece come buona pratica, di quelle da studiare per imparare.