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Sangiuliano e il smm, l’orrore dopo l’errore

08/08/2024

Sangiuliano e il smm, l’orrore dopo l’errore

Sangiuliano e il smm, una brutta storia di errori e di orrori.La vicenda la conosciamo (qui per un rinfresco), ed è la stessa che ciclicamente si ripete per chi scrive cose che verranno poi lette in pubblico. Chi può asserire di avere la corazza di protezione dall’errore? Esatto, nessuno.

C’è chi, invece, si è deliberatamente tolto la corazza di protezione dall’orrore. Lo ha fatto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, scaricando senza pietà il suo social media manager attraverso un tweet in cui afferma che “l’errore è evidentemente suo” e di aver “accettato le sue dimissioni”. Dimissioni arrivate per aver scritto che Napoli compie due “secoli e mezzo di storia”, anziché due “millenni”.

In questa storia tra Sangiuliano e il smm vengono fuori due aspetti.

Il primo è tecnico e riguarda la scelta della modalità di trattamento di un errore. La comunicazione possiede in sé stessa tutti gli strumenti per approcciare a un evento del genere in maniera serena, garbata, finanche ironica e autoironica. L’obiettivo, ovviamente, è quello di spostare il fuoco dall’errore alla “pezza” che gli si mette.

Ritengo completamente fuori luogo una reazione che ufficialmente ha portato alle “dimissioni” del smm, ma che in privato immagino essere stata non proprio pacata. Insomma, da un punto di vista prettamente tecnico, affrontare in questo modo un errore di comunicazione è un autogol clamoroso che rende l’errore stesso ancora più impattante.

Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social.

C’è un altro aspetto da considerare in maniera molto ma molto seria nella storia tra Sangiuliano e il smm. Riguarda la decisione di sbolognare un professionista per uno scivolone di questo genere.

Il social media manager è un professionista che, per ricoprire quel ruolo con un ministro, di certo è di altissimo profilo. Ma, come sappiamo bene, è una figura non inquadrata professionalmente. Una figura senza tutele, per dirla in breve.

Su questo aspetto, PA Social sta profondendo energie e risorse a non finire, chiedendo da tempo la riforma della legge 150 del 2000. Per questa ragione, lascio che a commentare questa triste vicenda sia il presidente Francesco Di Costanzo.

“Mentre il mondo si interroga sull’utilizzo di qualità dell’Intelligenza Artificiale, in Italia viene licenziato un social media manager per un errore che può capitare e che evidentemente non può essere solo suo. Non è la prima volta che si mettono in croce i tanti professionisti della comunicazione digitale, impegnati e presenti nonostante la mancanza di un adeguato riconoscimento professionale, purtroppo ancora assente nel nostro ordinamento”.

“Da anni PA Social è in campo per sottolineare l’importanza di queste figure professionali, la centralità di una comunicazione digitale di qualità, l’utilizzo di servizio al cittadino delle piattaforme digitali, la fondamentale importanza di una riforma di settore con il giusto ruolo per gli esperti in comunicazione e informazione digitale”.


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