Digitale e comunicazione, Talamo fotografa presente e futuro
Digitale e comunicazione, un rapporto complicato ma fondamentale.
A maggior ragione in questi tempi di guerra e di una campagna elettorale in cui si parla anche di PNRR.
Ne abbiamo parlato con Sergio Talamo, direttore dell’Area Comunicazione Istituzionale e Rapporti con le PA di Formez PA. Docente di comunicazione in rinomati atenei (Messina, Cassino, Università Pontificia Antonianum, Luiss Guido Carli) e tra i fondatori di PA Social, Talamo è uno dei maggiori esperti italiani di comunicazione pubblica.
Ha da poco pubblicato il “Nuovo Manuale di comunicazione pubblica” (Cdg Edizioni, vedi qui), scritto con Roberto Zarriello e con il contributo di 37 professionisti della comunicazione di tutta Italia. Venerdì 26 agosto, alle 18, sarà ospite del prestigioso “Festival Internazionale di Mezza Estate” di Tagliacozzo, in provincia de L’Aquila, per presentare la sua ultima fatica editoriale.
Il lavoro, che si avvale delle prefazioni di Gianni Letta e Mario Morcellini, è senz’altro un crocevia nello studio della comunicazione applicata alla Pubblica Amministrazione. In particolar modo, lo è in questo periodo in cui la “messa a terra” del PNRR coinvolge praticamente tutti gli enti statali e in cui prima la guerra e poi la campagna elettorale si stanno sviluppando soprattutto su questi canali.
C’è stato uno sviluppo nel rapporto tra digitale e comunicazione pubblica?
Certamente, come avviene per qualsiasi rapporto che abbia una base di tipo sociologico, anche quello tra digitale e comunicazione va mutando. Cambiano le abitudini, a volte anche le mode, e mutano anche le relazioni di questo tipo. La comunicazione pubblica ha preso da tempo la strada della digitalizzazione. Questo naturalmente non può che ripercuotersi nella comunicazione politico/elettorale e, come si è visto, nella comunicazione di guerra. In generale, però, siamo di fronte a una nuova dinamica nel rapporto tra PA e cittadino, nell’ottica di quello che chiamo “digitale in tasca”. Lo strumento per eccellenza, cioè lo smartphone, deve avvicinare e essere d’ausilio per l’utente-cittadino nell’utilizzo dei servizi della pubblica amministrazione.
Prima di tutto, però, si ripercuote nella comunicazione della PA. Il suo “Nuovo Manuale di comunicazione pubblica” è una preziosissima istantanea per capire come gestire un ufficio di comunicazione pubblico, dal Comune fino al più grande dei ministeri.
Col collega Roberto Zarriello abbiamo provato a spiegare esattamente questo. La comunicazione digitale viaggia veloce, e noi abbiamo voluto fermare su carta le reali, enormi potenzialità che esprime nella gestione di un ufficio pubblico. Lo abbiamo fatto enunciando i parametri teorici, per così dire, e affiancando a questi le buone pratiche provenienti da tutta Italia. Non basta utilizzare i social, bisogna sapere come utilizzarli. Il libro si pone proprio quest’obiettivo, e non a caso è un manuale: spiegare le modalità di fruizione di ogni singola piattaforma e di altri strumenti digitali che oggi vengono regolarmente impiegati per fare comunicazione.
Nella lettura, è evidente come le prefazioni di Gianni Letta e Mario Morcellini indichino immediatamente la strada: l’importanza della comunicazione anche nella Pubblica Amministrazione è ormai un dato acclarato.
Morcellini parla di “nuovo patto etico tra cittadino e istituzioni nel segno della trasparenza e di una comunicazione disintermediata e diretta”. Aggiunge la “necessità di vincere la partita culturale e tecnologica della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione”. Letta definisce “il canale digitale punto di ascolto e di comunicazione, e i professionisti che consentono a questo flusso di essere ordinato e ben regolato (e di non permettere la diffusione delle tossine che talvolta portano con sé) sono un capitale umano preziosissimo”. Insomma, se anche personalità del loro calibro parlano in questi termini e mettono la comunicazione al primo posto del nuovo rapporto con il cittadino, allora vuol dire che questa è la strada da seguire. Il riferimento è anche a uno strumento nuovo e rivoluzionario come il PNRR, il cui fine ultimo è ovviamente il miglioramento della vita quotidiana dei cittadini.
Già, ma in che modo? Da tempo si prova a riformare la legge 150/00, che sarebbe una svolta, ma per ora senza arrivare a meta. Eppure non manca l’ottimismo.
Certo. Con gergo giornalistico la definiamo “legge 151”. Ma non è altro che un tetto giuridico alle tante professionalità – giornalisti, social media manager, addetti stampa – che lavorano nell’ambito della comunicazione pubblica e che oggi non sono adeguatamente tutelati. “La comunicazione pubblica è l’essenza dei servizi”, come ha dichiarato il ministro Renato Brunetta alcuni mesi fa. Ci stiamo provando con il supporto attivo di associazioni come PA Social, che ha dato impulso a questo disegno. Anche perché, va sempre ricordato, i professionisti della PA sono di altissimo profilo: basta dare un’occhiata ai 37 contributi che hanno concorso alla stesura del manuale.
Dopo la meritata pausa estiva, riprendono le presentazioni. E riprendono non da un posto qualsiasi, ma da Tagliacozzo. Il manuale sarà protagonista della presentazione del 26 agosto prossimo al “Festival Internazionale di Mezza Estate” nella cittadina abruzzese. Un traguardo non da poco.
Ne sono davvero onorato. Tagliacozzo è per tutti gli autori una vetrina prestigiosa, e d’altra parte è sufficiente scorrere il programma. Ma prim’ancora è un luogo dove davvero si dibatte di temi attuali, si ascoltano idee valide, si dà vita a confronti fruttuosi. Sarò lì a discutere con due validi comunicatori come Zaira Belfiore e Raffaele Castiglione Morelli con la mia consueta passione. Proverò a prospettare la mia idea di comunicazione e come questa debba andare a intrecciarsi con la Pubblica Amministrazione.
- Qui un link sul documento consegnato all’ex ministro Dadone sulla legge 151.