Il testamento di Berlusconi: pubblico e privato post mortem
Il testamento di Berlusconi è solo l’ultima prova della pubblicità del suo privato.
É un confine, quello tra pubblico e privato, che nel corso della propria vita Berlusconi ha letteralmente disintegrato. Naturalmente, per un uomo così in vista per tutta la sua esistenza, l’apertura del testamento non poteva fare eccezione.
Certo, c’è l’interesse economico-finanziario per gli assetti di Fininvest e di Mondadori. C’è quello politico per il destino di Forza Italia. C’è la curiosità di capire chi diventerà proprietario di Villa San Martino (alcuni dicono Marina, altri Marta Fascina, altri che diventerà un museo) e di tutto il resto.
Ma, altrettanto certamente, c’è la conseguenza del tipo di esistenza che Berlusconi ha vissuto. Sempre in pubblico, in maniera volontaria e in maniera involontaria.
Quando, nel 1994, decise di “scendere in campo” (qui una mia analisi sul suo celebre discorso), la sua macchina della comunicazione mise in moto alcune azioni passate alla storia. Il reclutamento attivo dei presentatori dell’allora Fininvest, ma anche l’invio in tutte le case degli italiani di un opuscolo. “Una storia italiana” rendeva pubblici, appunto, tantissimi momenti privati della vita e del lavoro dell’aspirante presidente del Consiglio e della sua famiglia.
C’è poi un altro elemento del rapporto tra pubblico e privato del Cavaliere che è interessante indagare.
Non ha molto a che vedere con il testamento di Berlusconi, che anzi è possibile vedere come una conseguenza di quest’aspetto.
É quello che porta allo scandalo politico quando, come afferma Thompson, si assiste all’“esito di uno slittamento dei confini tra pubblico e privato”¹.
Lo scandalo politico si lega a filo doppio con la visibilità. Per un uomo pubblico, da sempre la visibilità è l’unico modo per arrivare alla gente. Ma più ha visibilità (o la cerca), più rischia di far slittare quei confini di cui parla Thompson. Oggi, inoltre, è impossibile controllare le modalità di ricezione e comprensione dei messaggi.
Il rapporto tra visibilità e organizzazione del potere nelle società moderne compare in “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione” di Foucault². Ma è sempre Thompson a spiegare bene quali possono essere i rischi imprevisti di un legame che può diventare un boomerang:
- gaffe ed eccessi;
- partecipazioni negative a programmi televisivi;
- fuga di notizie riservate o controproducenti;
- scandali (scaturiti da fughe di notizie) solitamente finanziari o sessuali.
La figura di Berlusconi si è legata a scandali dell’ultimo tipo, che hanno ovviamente rafforzato la conseguenza pubblica di un fatto di natura privata. Altrettanto ovviamente, questo elemento ha rafforzato ulteriormente anche la percezione del Cav come personaggio super-pubblico, che non ha e non può avere aspetti privati che possano restare tali.
É questa una delle principali ragioni per cui il testamento di Berlusconi oggi è uno dei temi su cui i giornali scrivono con maggiore assiduità. Il pubblico va accontentato anche nella sua curiosità più morbosa.
¹ Thompson J.B. (2000), Political scandal. Power and visibility in the media age, Poility (qui)
² Foucalt M. (2014), “Sorvegliare e punire. Nascita della prigione”, ET Editore (qui)