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Follow post mortem, l'”Eterno riposo” del Terzo Millennio

01/08/2019

Follow post mortem, l'”Eterno riposo” del Terzo Millennio

Un follow post mortem a una pagina può avere un senso?

No, non ha nessun senso. Neppure se alla base c’è un intento di solidarietà e vicinanza (quanto autentico?), come accaduto nel caso di Ekaterina Karaglanova.

La giovane influencer russa è stata uccisa atrocemente a pochi giorni dal suo venticinquesimo compleanno.

In pochissimi giorni, il numero dei seguaci della sua pagina Instagram è aumentato del 20 per cento, passando da 85mila a 101mila.

Tutti i mezzi di comunicazione hanno parlato di questo misfatto. La notorietà del soggetto è uno dei criteri di notiziabilità (leggi qui per una disamina veloce fatta nelle scorse settimane), e si sa che oggi la si può raggiungere anche attraverso i nuovi media.

Quello che si fa fatica a capire – sai che novità –  è la reazione del popolo di Instagram. Magari in questi casi a guidare le azioni è l’istinto, e sappiamo che notizie di tale genere azionano proprio la leva dell’istinto.

Che giornali, tv e siti diano poi la notizia di questo incremento battendo sul tasto della grande, massiccia partecipazione popolare, non fa che peggiorare l’aspetto. Innesca infatti quasi un “effetto bandwagon” – concetto che prendiamo in prestito dalla comunicazione politica -, del tipo “perchè non anch’io?”.

Ma lasciare un follow post mortem alla pagina di una persona – che sia un’influencer cambia poco -, precisamente, cos’è?

Un modo per far sentire la propria vicinanza? Un modo per dare la propria risposta al fenomeno di spettacolarizzazione del dolore di cui tanto si parla?

Un modo per porgere le condoglianze – cum-doleo, dolersi con: concetto molto intimo ma ormai del tutto pubblicizzato -, visto che ormai se ne leggono addirittura in chat e nei commenti di Fb? Che senso ha cominciare a seguire una persona di cui prima, evidentemente, neppure si conosceva l’esistenza?

Il pietismo, in un mondo web-centrico, impazza alla grandissima, è un sentimento virtuoso – la pietà – che è diventato fenomeno fuori controllo. E in tanti, troppi, per sentirsi a posto con la propria coscienza, credono di manifestare vicinanza a una tragedia addirittura attraverso un “follow”.

Se il social è la Nuova Chiesa Universale, allora il follow post-mortem non è che l'”Eterno riposo” del Terzo Millennio.


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