Fake news, la prima bufala della storia e il ruolo dei media
Fake news e storia, alzi la mano chi non ha mai pensato a questo rapporto.
C’è forse la tendenza a credere che le bufale siano il prodotto esclusivo della società di oggi. In particolare, le si lega ai social e al loro smodato utilizzo.
Già in passato abbiamo scritto di quanto queste (non-)notizie, dati alla mano, siano presenti nella vita di tutti i giorni (qui).
Ma forse mai abbiamo pensato che di fake news esista qualche testimonianza in tempi ben lontani, antecedenti a quelli digitali.
Ieri sera, al Teatro Eliseo di Roma, “La Storia a processo: colpevole o innocente?” di Elisa Greco ha portato in scena proprio questo. Ovvero di quello che da molti è ritenuto il primo caso di bufala della storia: l’Affaire Dreyfus (qui per la vicenda).
In un teatro gremito all’inverosimile e con un cast come sempre di altissimo livello (in calce tutti i nomi), al centro del dibattimento il ruolo dei media nell’affare di Stato che coinvolse l’ufficiale ebreo-francese nel 1894. Un ruolo decisivo, per un doppio motivo.
- Furono proprio i giornali a scatenare una campagna d’opinione contro Alfed Dreyfus, “il colpevole perfetto” (ebreo, dissoluto, pieno di debiti e di amanti);
- la vicenda cominciò a prendere una piega differente e opposta quando la famiglia capì che l’unico modo per invertirla era proprio quello di organizzare una contro-campagna di stampa.
La stampa, guarda un po’. Che già centoventicinque anni fa era in grado di influenzare l’opinione pubblica. Anche attraverso la pubblicazione di notizie non vere e non verificate.
Notizie che diventano un flusso. Un flusso che si sedimenta e diventa opinione. E che fa se dopo cinque anni Dreyfus viene assolto.
Il format prevede il voto del pubblico, che si esprime sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato. Ma stavolta, sul banco degli imputati c’erano appunto i media: sì all’autonomia e all’imparzialità totale di una testata o maggiore filtro e verifica di fonti e notizie per evitare il rischio, appunto di fake news?
Sbalorditivo, da questo punto di vista, l’esito della votazione. La giuria social – i ragazzi di Radio Luiss e del Liceo “Margherita di Savoia” di Roma – si sono espressi nettamente in favore della prima ipotesi, mentre il pubblico in sala – utenza più matura – ha fatto pesare la bilancia dall’altro lato.
Generazione passata contro generazione Z. Analogico contro digitale. Notizie filtrate e verificate contro flusso incontrastato, dove magari sono gli stessi lettori ad approfondire i fatti per comprenderne la veridicità.
Noi crediamo che se sono le redazioni ad amplificare le fake news siamo al paradosso.
Chi fa questa professione una certa dose di responsabilità deve assumersela.
IL CAST
- Presidente della Corte | Simonetta Matone
- Pubblico Ministero | Fabrizio Gandini
- Avvocato Difensore | Cesare Placanica
- Alfred Dreyfus | David Parenzo
- Testimone dell’accusa | Giordano Bruno Guerri
- Testimone della Difesa | Fiorenza Sarzanini
Diritto di cronaca, i giornalisti tra atti, fatti e verità - Velocità Media
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